Previsione agghiacciante che, secondo quattro dei più famosi sensitivi del mondo, si realizzerà nel 2025: cosa accadrà

Baba Vanga, Nostradamus, Athos Salomé e Nicolas Aujula: tutti parlano di un futuro prossimo segnato da guerra e violenza. Ecco cosa hanno detto

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

C’è chi guarda all’oroscopo con leggerezza, chi legge i tarocchi per gioco e chi, invece, crede fermamente che alcune persone siano davvero in grado di vedere oltre il tempo. E quando quattro tra i più celebri sensitivi del mondo, vissuti in epoche e continenti diversi, iniziano a descrivere lo stesso inquietante scenario per il 2025, l’attenzione si alza, così come un certo brivido lungo la schiena. Per il 2025, quattro sensitivi — Baba Vanga, Nostradamus, Athos Salomé e Nicolas Aujula — hanno formulato previsioni inquietanti che convergono tutte su un unico scenario: l’avvento di un conflitto globale devastante, potenzialmente una Terza Guerra Mondiale, entro la fine dell’anno.

Baba Vanga: la guerra in Europa e l’inizio della fine

La mistica bulgara Baba Vanga, deceduta nel 1996, è celebre per aver anticipato eventi come l’11 settembre e la morte di Lady Diana. Nata nel 1911 in Bulgaria e diventata cieca da bambina a causa di una tempesta, è considerata una delle figure più enigmatiche del XX secolo. Le sue doti profetiche hanno attirato l’attenzione di politici e leader, soprattutto nei Balcani.

Secondo le sue visioni, il 2025 sarà segnato da una guerra catastrofica in Europa, che darà inizio al declino dell’umanità. Avrebbe inoltre previsto terremoti devastanti legati ai cambiamenti climatici, alcuni dei quali si sono già verificati in Myanmar e Thailandia.

Nostradamus: guerre crudeli e il ritorno della peste

Nostradamus, vissuto in Francia nel XVI secolo, è probabilmente il più famoso veggente della storia. I suoi scritti, raccolti nelle “Centurie”, sono composti da quartine enigmatiche che molti interpretano come anticipazioni di eventi futuri. Sebbene il suo linguaggio sia vago e spesso oscuro, in molti lo considerano il “padre” delle profezie moderne. La sua figura torna ciclicamente al centro dell’attenzione ogni volta che un evento drammatico scuote il mondo.

Il celebre astrologo francese secolo ha scritto nelle sue quartine di “guerre crudeli” che coinvolgeranno l’Inghilterra, con minacce sia interne che esterne. Ha anche previsto il ritorno di una “grande pestilenza del passato”, peggiore di qualsiasi nemico, che potrebbe riferirsi a una pandemia simile al COVID-19.

Athos Salomé: la guerra delle macchine

Il brasiliano Athos Salomé è soprannominato il “Nostradamus vivente”. È un sensitivo brasiliano di 38 anni che sostiene di avere percezioni extrasensoriali multidimensionali. È diventato famoso per aver predetto eventi come la pandemia di Covid-19, la morte della Regina Elisabetta II e alcuni blackout digitali globali.

Salomé ha previsto l’imminenza della Terza Guerra Mondiale, caratterizzata da conflitti cibernetici e l’uso di intelligenze artificiali. Ha avvertito che non si tratterà solo di una guerra tra uomini, ma anche tra macchine, sollevando interrogativi su cosa potrebbe accadere successivamente.

Nicolas Aujula: violenza e mancanza di compassione

Nicolas Aujula, ipnoterapeuta di Londra, è un altro nome che si è fatto strada negli ultimi anni. Afferma di aver vissuto molte vite precedenti e di ricevere visioni spontanee attraverso uno stato di trance profonda. Le sue previsioni toccano spesso temi sociali e culturali.

Il sensitivo ha previsto che il 2025 sarà segnato da una mancanza di compassione a livello globale, con atti orribili di violenza motivati da religione e nazionalismo. Secondo lui, la Terza Guerra Mondiale potrebbe scoppiare entro la metà dell’anno, con il Regno Unito che non sarà più immune ai suoi effetti.

Un quadro globale preoccupante

Queste previsioni si inseriscono in un contesto mondiale già teso, con conflitti in corso come quello a Gaza, quello tra Russia e Ucraina, e le tensioni tra India e Pakistan. Le dichiarazioni aggressive da parte dei vari capi di Stato e le minacce di ritorsioni nucleari aumentano di volta in volta le preoccupazioni per un’escalation globale.

Chi sono questi sensitivi e perché hanno ancora tanto seguito

Nonostante il carattere spesso controverso delle loro previsioni, questi quattro sensitivi godono di grande popolarità. Baba Vanga, per esempio, ha lasciato un’eredità di predizioni custodite dai suoi discepoli, che vengono aggiornate ogni anno. Nostradamus, con i suoi enigmatici versi, viene continuamente reinterpretato alla luce degli eventi contemporanei. Athos Salomé, con uno stile molto mediatico, pubblica regolarmente visioni su eventi geopolitici e culturali. Nicolas Aujula, invece, è noto per aver previsto eventi drammatici.

Tecnologia, conflitti e clima: tre variabili esplosive

Ciò che unisce queste previsioni non è solo la prospettiva di una guerra, ma anche l’intreccio con altri fattori destabilizzanti come l’intelligenza artificiale e il cambiamento climatico. Ad esempio, Salomé sottolinea come la tecnologia stia diventando un’arma a doppio taglio, Baba Vanga lega la distruzione all’inarrestabile deterioramento ambientale. La somma di questi elementi genera un senso diffuso di incertezza, accentuato da crisi economiche e instabilità politica.

Le profezie, tra scetticismo e fede

Da millenni l’umanità cerca risposte nel sovrannaturale. Dai presagi letti nel volo degli uccelli nell’antica Roma, agli oracoli greci e alle visioni religiose, il desiderio di conoscere il futuro è sempre stato presente nelle civiltà umane. E ogni volta che il mondo sembra attraversare un periodo di crisi — guerre, pandemie, rivoluzioni tecnologiche — torna anche il bisogno di interpretare segnali e avvertimenti.

Molti considerano queste previsioni con scetticismo, ma la loro forza risiede nel modo in cui risuonano con le paure collettive. In tempi di incertezza, l’idea che qualcuno possa aver “visto” il futuro offre paradossalmente un senso di ordine. Anche chi non crede completamente in questi sensitivi finisce per prestarvi attenzione, perché le loro parole parlano più alle emozioni che alla logica.

Non è un caso che oggi, in un’epoca segnata da incertezze geopolitiche, transizioni climatiche e trasformazioni digitali, le profezie stiano riconquistando spazio. La loro forza non sta tanto nella precisione dei dettagli, ma nella capacità di dare voce a paure collettive. Le parole dei sensitivi come Baba Vanga, Nostradamus o Athos Salomé risuonano proprio perché danno forma a un senso di instabilità diffusa.

Perché continuiamo a credere nelle profezie?

In fondo, queste profezie funzionano anche come strumenti narrativi: ci offrono un copione, una sequenza di eventi futuri che, per quanto inquietanti, rendono l’incertezza un po’ più tollerabile. In tempi confusi, una visione — anche apocalittica — può apparire come un ordine possibile nel caos.

Sebbene sia impossibile verificare con certezza la veridicità di queste visioni, il fatto che quattro profeti molto diversi convergano sulla previsione di un evento catastrofico globale nel 2025 invita alla riflessione. Non si tratta solo di predizioni esoteriche, ma di segnali che parlano anche del nostro presente: un mondo sempre più connesso, ma anche sempre più fragile.

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