Le feste di fine anno costituiscono probabilmente il momento a maggiore concentrazione di gesti di buon auspicio e comportamenti scaramantici. In fondo, chi vuole iniziare dodici mesi nuovi di zecca con il piede sbagliato? Così, non c’è niente di peggio in queste giornate che fare qualcosa che possa compromettere l’anno a venire. E anche le scelte a tavola hanno il loro peso. Ci sarebbero, infatti, alcuni alimenti che la tradizione vuole portino particolare fortuna – pensiamo alle lenticchie, all’uva e al melograno, per esempio – ma allo stesso modo ci sarebbero alcuni cibi da evitare nei prossimi pasti. Vediamo di quali si tratta.
Sono assolutamente da bandire dalle tavolate festive il pollame e tutte le carni da animali alati. Il motivo che si cela dietro questo veto è legato all’idea che proprio le ali portino via con sé felicità e fortuna, allontanandola da ciascuno di noi. Niente ricette a base di pollo o tacchino, quindi, anche perché la superstizione aggiunge a quanto scritto sopra il fatto che mangiare questi animali porterebbe a un anno da trascorrere ‘razzolando’ a terra in cerca di cibo, denaro e fortuna.
Non va meglio per chi ama l’aragosta, il granchio o i gamberi, sconsigliatissimi sulle tavole delle feste natalizie. Si tratta, infatti, di esseri viventi che si spostano all’indietro e tale movimento sarebbe causa di sciagure per l’anno in arrivo. Pesce e altri crostacei, dunque, sono ammessi nel menu di Natale e di Capodanno a patto che si tratti di animali che nuotano o si muovono procedendo rigorosamente in avanti.
Attenzione, poi, ai cibi dal colore bianco (riso, patate bianche, tofu, albumi d’uovo) che, secondo le credenze popolari cinesi, rappresenta la morte. Non certo il modo migliore per iniziare l’anno… Ugualmente, niente tagliatelle o spaghetti corti, magari spezzati per agevolare la cottura o il servizio: sono da servire rigorosamente lunghi, per non diventare simbolo di vita breve. Infine, sostituiamo la carne di manzo con il maiale, un animale meno pigro che quindi richiama maggiore proattività, ed togliamo il prezzemolo, associato anche questo alla morte.