Ogni estate, puntuale come il caldo torrido, torna a far parlare di sé la Popillia Japonica, uno scarabeo originario del Giappone e della Russia orientale che da oltre un decennio minaccia seriamente il verde urbano e agricolo del Nord Italia.
In particolare, Milano e molte zone della Lombardia si ritrovano a fare i conti con un’infestazione sempre più estesa e difficile da contenere. Questo insetto dall’aspetto apparentemente innocuo – lungo circa un centimetro, con riflessi metallici verdi e bronzei – può provocare danni ingenti a prati, coltivazioni e piante ornamentali, con gravi conseguenze economiche e ambientali.
Quando è arrivato e come si diffonde
La Popillia Japonica è stata avvistata per la prima volta in Europa continentale nell’estate del 2014, al confine tra Piemonte e Lombardia. In pochi anni ha colonizzato vaste aree, grazie anche alla sua capacità di spostarsi facilmente: se nel breve raggio può volare, sulle lunghe distanze viaggia nascosta in prodotti agricoli, piante in vaso e materiali vegetali trasportati via nave, camion o aereo. In Lombardia, secondo i dati del Servizio Fitosanitario Regionale, l’area infestata si amplia mediamente di circa 10 chilometri all’anno, rendendo sempre più difficile contenerla.
Come attacca e cosa distrugge
Il ciclo vitale dello scarabeo giapponese prevede due fasi estremamente dannose. Le larve vivono nel terreno e si nutrono delle radici dell’erba, rendendo i prati secchi, ingialliti e a tratti irrecuperabili. Questo rappresenta un serio problema per parchi pubblici, campi da calcio, da golf e giardini residenziali.
Gli adulti emergono a partire dai primi di giugno e rimangono attivi fino alla fine dell’estate. Una volta fuori dal terreno, si spostano rapidamente su piante, arbusti e alberi da frutto, nutrendosi voracemente di foglie, fiori e frutti. Il loro attacco è caratteristico: mangiano il tessuto delle foglie lasciandone intatte solo le nervature, conferendo alle piante un aspetto “scheletrico”. Sono state colpite oltre 300 specie vegetali, tra cui le più vulnerabili risultano essere: rose, rovi, alberi da frutto, mais, vite, soia e numerose piante ornamentali.
Le zone più colpite a Milano
A Milano, le aree più infestate si concentrano in prossimità delle zone verdi. Tra le aree maggiormente segnalate figurano:
- Parco Sempione
- Zona Garibaldi e i suoi giardini pubblici
- Parco di San Siro e dintorni
- Ippodromo La Maura
- Area dell’Aeroporto di Malpensa
Il clima caldo-umido dell’estate milanese è ideale per la proliferazione di questi insetti, che tendono ad aumentare drasticamente di numero tra giugno e agosto.
Dati preoccupanti nel 2025
Nel 2025 l’infestazione risulta particolarmente intensa. Il 18 giugno, secondo i dati ufficiali del Servizio Fitosanitario Regionale, le trappole hanno catturato più del doppio degli esemplari rispetto allo stesso periodo del 2024. Un segnale chiaro che il fenomeno è in crescita e che le misure adottate finora non bastano a fermarne l’avanzata.
Ogni anno, le autorità regionali implementano strategie di contenimento che comprendono il posizionamento di trappole ferormoniche, il monitoraggio delle zone più sensibili e campagne di sensibilizzazione rivolte a cittadini, agricoltori e giardinieri. Tuttavia, combattere efficacemente la Popillia Japonica richiede anche la collaborazione attiva della cittadinanza. Segnalare la presenza degli insetti, evitare lo spostamento di materiali vegetali non controllati e favorire la distruzione delle larve nei prati privati può fare la differenza.
L’impatto ambientale è alto
Fortunatamente, lo scarabeo giapponese non rappresenta un rischio diretto per l’uomo: non punge, non morde e non è veicolo di malattie. Tuttavia, i suoi effetti sull’ambiente sono tutt’altro che trascurabili. Oltre a deturpare visibilmente il verde urbano, può compromettere intere coltivazioni agricole, causando perdite economiche rilevanti e aumentando la necessità di ricorrere a trattamenti chimici, con impatti negativi su biodiversità e qualità del suolo.