Guerra nucleare, sarà l’unica zona al mondo a salvarsi: dov'è

In caso di guerra nucleare, soltanto una zona del mondo si salverà e non morirà di fame: ecco gli scenari da brividi realizzati dagli scienziati

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Continuano le tensioni internazionali tra Russia e Stati Uniti mentre l’Ucraina prosegue la difesa, per quanto possibile, dei confini nazionali: l’incertezza sul futuro geo-politico ha portato gli scienziati ad effettuare una serie di analisi, rilievi, ipotesi e congetture sulle conseguenze di una disastrosa guerra nucleare.

Lo studio è stato pubblicato su Nature Food perché i ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione soprattutto sulle risorse alimentari distribuite tra i vari paesi e su come cambierebbe lo scenario attuale dopo una guerra nucleare più o meno grande. Partendo dall’ipotesi più “light”, ovvero uno scambio di bombe tra India e Pakistan, fino al conflitto più tremendo tra USA e Russia, gli scienziati sono giunti alla conclusione che soltanto una remotissima zona del nostro pianeta risulterebbe ancora abitabile: abitabile in termini di respirabilità dell’aria e di calorie alimentari disponibili.

Sì perché anche lontano dai possibili epicentri di attacchi (per ora fantomatici) nucleari, la fuliggine emessa sarebbe oltre i 5 Teragrammi, ovvero miliardi di chilogrammi… Una cifra che facciamo fatica a immaginare, figuriamoci a scrivere.

Gli autori della ricerca hanno spiegato: “Stimiamo che più di 2 miliardi di persone potrebbero morire a causa di una guerra nucleare tra India e Pakistan e più di 5 miliardi di persone potrebbero morire a causa di una guerra tra Stati Uniti e Russia, sottolineando l’importanza della cooperazione globale nella prevenzione della guerra nucleare”.

Poi hanno svelato dove potrebbe ancora esserci vita in seguito ad una guerra nucleare: ebbene si tratta di Australia e Nuova Zelanda per diversi motivi. Il primo è la posizione geografica: distante dal resto delle potenze che hanno armi di ultima generazione e che si trovano tutte nell’emisfero boreale.

In secondo luogo la ricchezza di campi per la coltivazione di grano, riso e soia metterebbe questi paesi a riparo dalle carestie conseguenti: i due paesi risultano tra i più grandi esportatori di cibo che, in caso di attacco, ridistribuirebbero entro i confini nazionali.

La ricerca non tiene però conto del fatto che, se avesse davvero luogo una guerra di tale portata e se ci fossero sopravvissuti, l’Australia sarebbe presa di mira da centinaia di migliaia di rifugiati e ciò comprometterebbe la sicurezza sulle scorte alimentari evidenziata nello studio.

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