Guerra nucleare, tre posti sicuri dove rifugiarsi per sopravvivere

Se hai il terrore di una guerra nucleare e ti stai chiedendo quali sono i posti più sicuri dove rifugiarti, eccone tre: scoprili con noi.

25 Giugno 2023
Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Negli ultimi tempi, l’argomento della guerra nucleare e di un possibile pericolo atomico ha raggiunto livelli di discussione senza precedenti a causa dell’attacco della Russia all’Ucraina del 2022. Questo evento ha scatenato una serie di preoccupazioni globali riguardo a una possibile guerra nucleare e ha portato molte persone a domandarsi: “dove potremmo rifugiarci in caso di un conflitto nucleare?”.

La paura e l’incertezza che circondano un tale scenario apocalittico sono comprensibili, ma è importante essere informati su quali potrebbero essere i posti più sicuri in cui cercare rifugio. In questo articolo, esploreremo tre luoghi considerati tra i più protetti al mondo, offrendo una prospettiva su dove potreste trovare sicurezza in caso di guerra nucleare imminente.

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Quali sono i 3 posti più sicuri al mondo in caso di guerra nucleare?

Molti luoghi devono essere esclusi a priori a causa della loro rilevanza strategica o della vicinanza a potenziali scenari di conflitto: il Canada, l’Argentina, il Medio Oriente, l’Europa e gli Stati Uniti, oltre ovviamente agli scenari di guerra. Vanno quindi individuati i posti più tranquilli e lontani da un possibile attacco, ovvero dove la popolazione potrebbe essere al sicuro.

Uno dei luoghi considerati più sicuri in caso di guerra nucleare è la Nuova Zelanda. Questo paradiso terrestre offre una combinazione unica di fattori che la rendono un rifugio potenziale. Non essendo una potenza nucleare né avendo una rilevanza strategica significativa, questo Paese non è un obiettivo primario per un attacco nucleare. Tuttavia, non è nemmeno troppo isolata, il che significa che potrebbe essere raggiungibile in caso di necessità. La sua posizione geografica relativamente lontana da regioni ad alto rischio geopolitico la rende un’opzione interessante per coloro che cercano un luogo tranquillo e sicuro dove cercare rifugio.

La seconda possibile meta per cercare rifugio in caso di guerra nucleare è Perth, una delle città più remote al mondo, situata in Australia. Essendo sita in un paese non nucleare e trovandosi nell’emisfero australe, gode di una relativa protezione da un attacco nucleare immediato, dato che al momento tutte le nazioni con armi nucleari si trovano nell’emisfero boreale. Perth offre una combinazione unica di tranquillità e isolamento, che potrebbe favorire la sopravvivenza in un contesto così critico. La sua posizione geografica lontana dagli scenari di conflitto potenziale la rende un’opzione da considerare per coloro che cercano un luogo sicuro e appartato al sicuro da un’eventuale conflitto nucleare.

Infine, e nonostante la sua vicinanza geografica all’Europa, l’Islanda è considerata un paese relativamente sicuro in caso di guerra nucleare. Essendo un’isola nel nord dell’Atlantico, al di fuori delle dinamiche internazionali più terribili, la terra dei geyser potrebbe offrire una protezione parziale da un attacco nucleare. La sua posizione remota e la sua relativa neutralità la rendono un’opzione interessante per coloro che cercano un luogo sicuro in cui rifugiarsi.

Tuttavia, è importante sottolineare che nessun luogo può essere considerato completamente immune dalle conseguenze di una guerra nucleare, e la situazione potrebbe evolvere in modo imprevedibile.

Dove andare in Italia in caso di attacco nucleare?

Volendo però rimanere in Italia, in molti si interrogano sulla possibilità di trovare rifugio in caso di un attacco nucleare. Tuttavia, va sottolineato fin da subito che le possibilità di salvezza sarebbero estremamente limitate. Non sono mai stati predisposti bunker per civili dotati di protezione anti-atomica nel nostro Paese.

Tuttavia, per le autorità politiche e militari, esiste un bunker noto come “sala crisi” situato sotto l’ex aeroporto “Francesco Baracca” di Centocelle, a breve distanza da Roma. Questo luogo è stato concepito come un centro di comando e controllo in caso di emergenze nazionali particolarmente terribili, tra le quali è incluso anche un attacco nucleare. Sebbene riservato alle autorità, rappresenta un punto di rifugio per coloro che sono responsabili della gestione della crisi.

Un’alternativa potrebbe essere la grande galleria blindata situata nella storica base di “SuperMarina”, costruita tra il 1936 e il 1939 a Santa Rosa sulla Cassia, a circa venti chilometri da Roma. Questo complesso sotterraneo fu concepito per scopi militari e rappresenterebbe un possibile rifugio per un numero limitato di persone in caso di attacco nucleare. Tuttavia, è importante ricordare che questi luoghi sono destinati principalmente a scopi istituzionali e non sono né accessibili né adeguatamente equipaggiati per garantire la sopravvivenza a lungo termine per la popolazione generale.

Come salvarsi in caso di guerra nucleare?

Cosa fare, dunque, nel caso di un attacco nucleare? È possibile salvarsi pur non appartenendo all’élite politica, militare ed economica italiana?

Sì, assolutamente. Ovviamente la sopravvivenza non sarebbe certa, ma c’è una serie di regole da rispettare per avere maggiore possibilità di uscire vivi da un disastro nucleare. Vediamole insieme:

  • Cercare un rifugio all’interno: se si è all’aperto raggiungere un luogo chiuso, un edificio. Quindi, portarsi al centro della struttura, il più possibile lontano da porte o finestre (che però devono essere preventivamente chiuse). Vanno inoltre spenti tutti gli impianti di aria condizionata e chiusi tutti i sistemi di presa d’aria.
  • Restare in casa: si tratta essenzialmente di un’estensione del punto precedente. Se vi trovate in casa al momento di un attacco nucleare, non uscite per nessuna ragione. Se invece rientrate dall’esterno, cambiatevi abiti e scarpe, fate una doccia, e cercate di pulire al meglio. Quindi, mantenetevi lontani da porte e finestre, spegnete i condizionatori e chiudete le prese d’aria.
  • Nei giorni successivi all’attacco, assicuratevi di bere solo acqua in bottiglia e mangiare alimenti da contenitori sigillati.
  • Rimanere sintonizzati: soltanto non perdendo collegamenti dall’esterno, potrete mantenere un contatto con la realtà, scoprire l’evolversi della situazione d’emergenza e tutte le informazioni su come comportarsi, compresi eventuali ordini di evacuazione dalla propria casa o dal proprio luogo di lavoro. Cercate quindi di riuscire sempre a mantenere un collegamento web, radio o tv.

In caso di un attacco nucleare, ci sono alcune azioni da evitare assolutamente per massimizzare le possibilità di sopravvivenza e protezione personale. Ecco cosa non fare:

  • Non cercare di osservare l’esplosione nucleare direttamente: la luce intensa e la radiazione generata dall’esplosione possono causare danni permanenti agli occhi e alla pelle. È fondamentale cercare immediatamente un luogo sicuro e proteggersi da eventuali radiazioni.
  • Non cercare rifugio in edifici di vetro o a pareti sottili: gli edifici di questo tipo offrono una protezione limitata contro le radiazioni e i detriti generati da un’esplosione nucleare. È preferibile cercare rifugio in edifici solidi con pareti spesse o in strutture sotterranee che offrano una maggiore protezione.
  • Non esporre la pelle o respirare polveri radioattive.
  • Non consumare cibi o bevande potenzialmente contaminati: cerca di utilizzare solo riserve di cibo e acqua sicure che hai precedentemente immagazzinato per situazioni di emergenza.
  • Non affidarti a mezzi di comunicazione non ufficiali: è fondamentale ottenere informazioni accurate e affidabili durante un’eventuale emergenza nucleare. Segui le istruzioni delle autorità competenti e cerca fonti ufficiali di informazione per ottenere aggiornamenti sulle misure di protezione e le procedure di evacuazione.

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