Ci vogliono soltanto quattro secondi per far sì che la tua stessa voce si trasformi in un’arma in grado di scagliarsi contro di te. È quanto emerge dai nuovi allarmi sulle frodi vocali, l’ultima frontiera della truffa digitale. Grazie all’intelligenza artificiale, i criminali riescono infatti ormai a imitare il tono, l’accento e perfino le inflessioni di chiunque. E bastano poche parole pronunciate al telefono per finire nella loro terribile rete.
- Come funziona la truffa della “voce clonata”
- La “clonazione vocale”: terribile arma dell’intelligenza artificiale
- I consigli per proteggersi e riconoscere l’inganno
Come funziona la truffa della “voce clonata”
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i casi di persone truffate attraverso telefonate-trappola che utilizzano voci generate dall’AI. L’inganno è semplice e inquietante: un algoritmo registra un frammento della voce della vittima — magari estratto da un messaggio vocale, da un video o da una breve conversazione — e lo rielabora fino a ottenerne una copia perfetta. Bastano solo 4 secondi perché la tecnologia “impari” a parlare con la tua voce.
Da quel momento, chi sta dietro alla truffa può costruire scenari molto credibili: un falso figlio che chiama nel panico, un amico che chiede aiuto per un’emergenza, un parente che sollecita un bonifico urgente. Le voci sintetiche sono così realistiche da ingannare anche gli orecchi più esperti.
E non serve più un attacco informatico complesso: basta qualche software facilmente reperibile sul web e un campione audio minimo.
La “clonazione vocale”: terribile arma dell’intelligenza artificiale
Questa “clonazione vocale” è una delle applicazioni più pericolose dell’intelligenza artificiale generativa. I malintenzionati la sfruttano per ottenere informazioni personali, codici bancari o trasferimenti di denaro, facendo leva su un’emozione immediata: la paura di perdere qualcuno o di non riuscire ad aiutarlo in tempo.
Il fenomeno è in crescita anche in Italia, complice la diffusione di contenuti vocali online e la facilità con cui la nostra voce circola tra messaggi, reel e note audio. Tutti, oggi, lasciano “impronte vocali” digitali senza rendersene conto — ed è da lì che partono molte truffe.
I consigli per proteggersi e riconoscere l’inganno
La prima regola per proteggersi da questo inganno è quella di non fidarsi mai delle telefonate improvvise che chiedono soldi o dati personali, anche se la voce sembra quella di un familiare. In caso di dubbio, la cosa migliore da fare è riagganciare e richiamare subito il contatto ufficiale della persona in questione. Non bisogna lasciarsi prendere dal panico o dalla fretta: è proprio su questi due fattori che fanno leva i truffatori.
Un altro accorgimento utile è stabilire con i propri cari una parola in codice, una frase segreta da usare solo in caso di emergenza reale. Se la persona al telefono non la conosce, probabilmente non è chi dice di essere.
Durante una chiamata sospetta, può essere utile fare una domanda personale o un riferimento a un dettaglio privato che solo un vero parente o amico conoscerebbe. In assenza di risposte credibili, è meglio interrompere subito la conversazione.
Va inoltre evitato di pubblicare o inviare troppi contenuti vocali sui social o su piattaforme pubbliche: ogni file audio può essere utilizzato per allenare sistemi di sintesi vocale. Anche un semplice “sì”, “ok” o “pronto” può diventare materiale prezioso per un truffatore.