Fare l’astronauta è il sogno di tanti ragazzini, ma vi siete mai chiesti che cosa accade se qualcuno muore nello spazio? In realtà la Nasa e le altre agenzie spaziali al momento non hanno un protocollo ufficiale per queste situazioni, però ci sono diversi scenari in fase di studio e ai quali comunque gli astronauti sono addestrati. Vediamoli.

Come riporta il sito Focus.it, in caso di morte di un cosmonauta nulla vieta di inviare sulla Terra il suo corpo con il primo cargo rifornimenti disponibile. Questo può accadere soltanto per le missioni sulla ISS: le navicelle spaziali già cariche di equipaggio, infatti, non hanno abbastanza spazio per il trasporto di una salma. I rischi di contaminazione per gli altri astronauti, tra l’altro, sarebbero altissimi.

Un altro scenario prevede che il corpo del defunto venga conservato in uno degli airlock, o comunque nel punto più freddo della ISS, in attesa che si liberi un posto per riportarlo a Terra.

Altre opzioni comprendono la cremazione direttamente nello Spazio. Nel 2005 la Nasa ha commissionato uno studio a un’agenzia svedese che si occupa di funerali ecologici, Promessa. Ma come funzionerebbe? Si congelerebbe il corpo del deceduto e solo a quel punto lo si cremerebbe in minuscoli frammenti di ceneri ghiacciati, per avere comunque dei resti da riportare a Terra.

L’opzione più romantica è invece l’abbandono del corpo nel vuoto. Gli accordi internazionali per non inquinare lo Spazio per ora non prevedono clausole particolari per le salme.

All’estremo opposto, invece, c’è lo scenario più terribile che si possa immaginare. Quando le provviste scarseggiano, le carni dei deceduti possono diventare una risorsa per i sopravvissuti. È uno scenario alquanto improbabile e che si vede solo nei film, ma non si può escludere che qualcosa di simile avvenga anche nello Spazio. Fortunatamente però ci si sta attrezzando in modo da garantirsi cibo anche su Marte.