Diabete, se fa freddo e hai i brividi è un buon segno: il motivo

Il clima invernale potrebbe aiutare a combattere il diabete di tipo 2, l’aria fredda farebbe bene a chi soffre di questa patologia: ecco perché

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Con l’arrivo ufficiale dell’autunno, abbiamo tirato fuori anche sciarpe, cappelli e maglioncini più pesanti: in Italia l’equinozio ha aperto al freddo, ai temporali e a bruschi cali di temperatura. Non solo stiamo assistendo ad un boom di casi di raffreddore e influenza, ma il freddo può incidere anche in coloro che soffrono di diabete.

Non vi preoccupate, parliamo di notizie assolutamente positive legate a chi ha il diabete mellito, di tipo 2, noto anche come diabete dell’adulto, che rappresenta addirittura il 90% dei casi totali di questa patologia estremamente diffusa.

Secondo un recente studio pubblicato su Nature, l’esposizione all’aria fredda potrebbe aiutare a curare il diabete di tipo 2.

Pubblicata dall’Università di Maastricht nei Paesi Bassi in vista dell’incontro annuale dell’Associazione europea per lo studio del diabete, la ricerca ha esaminato l’impatto delle temperature più fredde su chi soffre di diabete e sui loro livelli di grasso bruno.

Ricerche precedenti avevano dimostrato che il grasso bruno potrebbe svolgere un ruolo importante nell’abbassare la glicemia e nel migliorare la sensibilità all’insulina negli esseri umani, aiutandoli a ridurre la resistenza all’insulina e il rischio di diabete.

In particolare, è emerso che 10 giorni di acclimatazione al freddo (14–15 °C) hanno aumentato la sensibilità periferica all’insulina di circa il 43% in otto soggetti con diabete di tipo 2.

Uno degli autori dello studio, Adam Sellers, ha dichiarato: “Il grasso bruno è un sistema di riscaldamento metabolico all’interno del nostro corpo, che brucia calorie. Questo genera calore e impedisce che le calorie si depositino come normale grasso bianco. Il grasso bruno si attiva durante il freddo e quando mangiamo, ma la sua attività è minore negli anziani e negli individui con obesità e diabete”.

E ancora: “Quando abbiamo freddo, possiamo attivare il nostro grasso bruno perché brucia energia e rilascia calore per proteggerci. Inoltre, i muscoli possono contrarsi meccanicamente o tremare, generando così calore. Dato che in un essere umano ci sono molti più muscoli del grasso bruno, i brividi possono bruciare più calorie e produrre più calore”.

I risultati dello studio hanno mostrato che coloro che hanno ripetuto i brividi indotti dal freddo avevano livelli significativamente ridotti di concentrazioni plasmatiche e una tolleranza al glucosio migliorata di circa il 6%.

L’effetto dei brividi sul corpo è molto positivo e promettente anche per altri disturbo o malattie: sentire freddo, infatti, migliora la pressione e riduce la frequenza cardiaca a riposo mantenendo in salute il nostro apparato cardiovascolare.

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