Con la notte di San Giovanni appena trascorsa è il momento per degustare una bevanda della tradizione: il Nocino, un liquore dal sapore intenso e dalle radici profondissime. La tradizione vuole che le noci destinate al Nocino debbano essere raccolte in un momento ben preciso: la notte di San Giovanni. Non una notte qualsiasi, ma quella in cui, secondo il folklore, la natura è al culmine della sua forza vitale. E non è solo il tempismo a contare.
La magia della notte di San Giovanni e le noci incantate
Le noci devono essere colte rigorosamente a mano e da una donna, un dettaglio che sottolinea il legame con la fertilità della terra e le antiche divinità femminili. Un altro passaggio cruciale è che i frutti, una volta raccolti, devono essere lasciati a prendere la rugiada della notte di San Giovanni. Questa “acqua sacra”, benedetta dal solstizio d’estate, è considerata essenziale per infondere nelle noci le proprietà magiche e curative che caratterizzeranno il liquore. Solo dopo aver assorbito la rugiada, le noci sono pronte per la trasformazione, che deve avvenire il giorno stesso, il 24 giugno.
Tutto il procedimento è intriso di una sacralità pagana che affonda le sue radici nell’osservazione del solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno, simbolo di rinascita e abbondanza. A queste credenze solari si intrecciano quelle legate al mondo delle streghe e al loro legame con l’albero di noce, spesso considerato un punto di incontro tra il mondo terreno e quello spirituale. Il noce, con la sua maestosità e la sua ombra fitta, è stato per secoli visto come un albero misterioso, custode di segreti e poteri arcani. Preparare il Nocino significa quindi non solo seguire una ricetta, ma anche onorare un’antica tradizione, un ponte tra il passato e il presente, tra il sacro e il profano.
La ricetta del Nocino: un antico elisir
La preparazione del Nocino è un’arte che richiede pazienza e rispetto per i tempi della natura. Ecco gli ingredienti e i passaggi per creare questo elisir dal sapore unico.
Ingredienti:
- 19 noci verdi (raccolte la notte di San Giovanni)
- 4 chiodi di garofano
- 2 g di cannella (in stecca o macinata finemente)
- 3 pezzetti di scorza di limone (solo la parte gialla, evitando la parte bianca amara)
- 500 g di zucchero
- 350 g di alcool a 95°
- 300 g di acqua
Taglia ciascuna noce in quattro parti. Non preoccuparti se le tue mani si macchieranno: è il segno distintivo di chi prepara il Nocino. Metti le noci tagliate in un vaso di vetro capiente e a chiusura ermetica. Aggiungi immediatamente l’alcool a 95°. Chiudi bene il vaso. Il giorno successivo, apri il vaso e aggiungi i chiodi di garofano, la cannella e i pezzetti di scorza di limone. Richiudi il vaso e posizionalo in un luogo soleggiato.
L’infusione dovrà durare fino al 3 agosto. Durante questo periodo, ricordati di agitare il vaso tre volte al giorno per favorire l’estrazione degli aromi dalle noci e dalle spezie. Il 3 agosto, prepara lo sciroppo. In una pentola, unisci lo zucchero e l’acqua. Scalda a fuoco medio, mescolando costantemente, finché lo zucchero non si sarà completamente sciolto e avrai ottenuto uno sciroppo trasparente. Lascia raffreddare completamente lo sciroppo.
Filtra il composto di noci e alcool, eliminando tutti i pezzi di noce e le spezie. Puoi usare una garza sterile o un colino a maglie fitte. Unisci poi lo sciroppo ormai freddo al liquido filtrato. Mescola bene. Imbottiglia il Nocino in bottiglie di vetro scuro e conservale al buio, in un luogo fresco. La parte più difficile, ma essenziale, è l’attesa: il Nocino ha bisogno di almeno 3 mesi di riposo per affinare il suo sapore e raggiungere la sua pienezza aromatica. Molti esperti consigliano un invecchiamento ancora più lungo, fino a un anno, per un gusto davvero eccezionale.