Il quoziente Intellettivo è un bluff

A rivelarlo è uno studio condotto su 100mila persone: adesso per misurare l’intelligenza servono test e strumenti più sofisticati

4 Luglio 2017
Fonte: Pixabay

La Western University dell’Ontario ha messo definitivamente in pensione il QI, l’indice che misura l’intelligenza di una persona. La megaricerca, è stata condotta sul web ed ha preso in considerazione un campione di 100mila persone. Il risultato dello studio è che la misurazione del quoziente intellettivo attraverso un singolo esame può essere fuorviante.

Per misurare l’intelligenza bisogna fare diverse prove e valutarne gli aspetti. Lo studio prende in esame i risultati di 12 test cognitivi, come: capacità di ragionamento, di memoria, attenzione e programmazione. Dopo un’attenta analisi di tutte le risposte è stato possibile individuare 3 distinti componenti che influiscono sull’intelligenza di un individuo: memoria a breve termine, capacità di ragionamento e abilità di parola. I risultati della ricerca della Western University sono stati pubblicati sulla rivista Neuron.

Storia delle intelligenze: gli anni ‘70

Negli anni ‘70 lo psicologo americano Howard Gardner elaborò la teoria delle intelligenze multiple: l’intelligenza è un insieme di capacità diverse. Quindi, già più di 40 anni fa, ci si rese conto che il QI non è un valido indice per misurare l’intelligenza umana. Infatti, un alto quoziente non corrisponde automaticamente al successo personale e professionale. Per essere determinante invece, entrano in gioco altri fattori come la capacità di pianificare, di perseverare e quella di comunicare.

Gli anni ‘90

In questi anni si affermò la teoria dell’intelligenza emotiva. Secondo Daniel Goleman, psicologo cognitivista dell’università di Harvard, le capacità di gestire e trasmettere le emozioni, di modulare i propri stati d’animo, di motivare se stessi, di controllare i propri impulsi rimandando la gratificazione, di essere empatici, sono estremamente importanti per cavarsela nel mondo, eppure non sono mai state considerate nei classici test di intelligenza. Quindi, la vera intelligenza sarebbe un misto di cognizione ed emozione.

L’intelligenza oggi

Il risultato della ricerca della Western University dell’Ontario non è una novità, ma l’ennesima conferma sperimentale a teorie già proposte da diverso tempo. Per riassumere possiamo dire che le intelligenze sono quindi molte. È la loro sinergia a rendere una persona realmente “intelligente” o addirittura un “genio”. Il bello di tutto ciò è che, almeno entro una certa misura, tutte queste intelligenze possono essere “allenate” e quindi potenziate con l’esercizio quotidiano.

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