L’umanità ha potuto – per la prima volta nella storia – dare uno sguardo verso un punto remoto e mai visto prima: il lato nascosto del Sole. Stiamo parlando del suo Polo Sud, le cui immagini sono state per la prima volta scattate e poi diffuse dalla missione europea “Solar Orbiter”. Quello che si è aperto è un primo sguardo sulla stella guida del nostro sistema solare (e che potrebbe rivoluzionare tutto ciò che conosciamo sulla sua natura e sul suo futuro).
- Una missione fuori dal comune: l’ESA fotografa il lato nascosto del Sole
- Caos magnetico e tempeste in arrivo: cosa ci dicono i nuovi scatti del Sole
- Cosa ci diranno ancora queste immagini del “lato oscuro” del Sole?
Una missione fuori dal comune: l’ESA fotografa il lato nascosto del Sole
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Tutti gli scatti fotografici del Sole che abbiamo visto nella nostra vita provengono da un’unica prospettiva, ovvero l’equatore solare. Si tratta del punto intorno al quale orbitano la Terra e la maggior parte degli altri pianeti.
La missione Solar Orbiter, invece, ha deciso di inviare nello spazio una sonda dall’orbita inclinata fino a 17 gradi fuori dal piano dell’eclittica che consente quindi di offrire per la prima volta una visione diretta del Polo Sud solare.
La campagna – lanciata dall’Agenzia Spaziale Europea in collaborazione con la NASA – ha quindi fatto sì che dallo scorso 23 marzo sia possibile ammirare per la prima volta la sfera solare da questa angolazione.
E, secondo gli scienziati dell’ESA, queste immagini rappresentano solo l’inizio di una nuova era per l’astrofisica solare
Caos magnetico e tempeste in arrivo: cosa ci dicono i nuovi scatti del Sole
Tra i risultati di queste nuove osservazioni ce ne sono già alcuni che riguardano il campo magnetico del Sole. E non è facile districarsi, dato che i rilevamenti mostrano un’intricata rete di polarità nord e sud, dimostrando il fatto che ci si trovi nel “massimo solare”, ovvero la fase più attiva del ciclo undecennale del sole.
In questi momenti, il Sole si comporta come un magnete in transizione, con la sua struttura interna che tenta di riequilibrarsi. Ed è proprio in questi frangenti che si scatenano le eruzioni solari più violente, in grado di generare tempeste magnetiche che potrebbero disturbare le comunicazioni satellitari e le reti elettriche sulla Terra.
Ma non è tutto. Grazie allo spettrometro SPICE, la missione Solar Orbiter è riuscita a misurare per la prima volta i movimenti dei materiali solari tra la superficie e la corona, nella zona di transizione, nella quale la temperatura passa rapidamente da 10mila a centinaia di migliaia di gradi. E, tramite misurazioni effettuate sfruttando l’“effetto Doppler”, si è potuta ottenere un’idea del funzionamento dell’espulsione del vento solare, nonché delle sue interazioni con i campi magnetici.
Cosa ci diranno ancora queste immagini del “lato oscuro” del Sole?
La portata rivoluzionaria di questi scatti sta nel fatto che, per decenni, i modelli del Sole hanno avuto una grande lacuna poiché mancavano di dati reali sui poli, fondamentali per poter comprendere i meccanismi della dinamo solare e la migrazione dei campi magnetici.
Oggi, dunque, grazie a Solar Orbiter, gli scienziati sono finalmente riusciti a trovare quel “pezzo mancante” e a metterlo al suo posto.
La sonda continuerà a inclinare la propria orbita ancora nei prossimi anni, raggiungendo angolazioni ancora più elevate (fino a 33° entro il 2029). In questo modo, sarà in grado di offrire viste sempre più dettagliate sulla nostra stella.
L’obiettivo è quello di riuscire prevedere in modo accurato il cosiddetto “meteo spaziale” e approfondire la conoscenza del nostro Sole su piani finora rimasti del tutto inesplorati.