Una serie di quattro potenti esplosioni solari sta viaggiando nello spazio e si prepara a raggiungere la Terra nelle prossime ore. Gli esperti parlano di un evento raro, una sorta di “tempesta solare a quattro direzioni”, che potrebbe generare disturbi alle reti elettriche, ai satelliti e alle comunicazioni radio, ma anche regalare spettacolari aurore boreali visibili a latitudini insolite.
La NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha diramato un’allerta per tempesta geomagnetica di livello G2, una classificazione considerata “moderata” ma sufficiente per provocare fluttuazioni nei sistemi tecnologici. L’agenzia statunitense ha specificato che l’impatto principale è atteso tra giovedì 16 e venerdì 17 ottobre, quando le onde di plasma provenienti dal Sole raggiungeranno il campo magnetico terrestre.
- Un evento raro: quattro eruzioni in sequenza
- Cosa sono le tempeste geomagnetiche
- Le possibili conseguenze
- Il Sole più attivo del solito
- Uno spettacolo (quasi) innocuo
Un evento raro: quattro eruzioni in sequenza
Le quattro espulsioni di massa coronale (CME, Coronal Mass Ejections) sono state emesse tra l’11 e il 13 ottobre dal Sole, e viaggiano a milioni di chilometri orari nello spazio. Secondo la scienziata dello spazio Tamitha Skov, la prima ondata dovrebbe causare solo un lieve disturbo, ma le tre successive sono “pancake together”, cioè sovrapposte e ravvicinate, una condizione che potrebbe amplificarne gli effetti quando raggiungeranno l’atmosfera terrestre quasi contemporaneamente.
Cosa sono le tempeste geomagnetiche
Le tempeste solari si verificano quando il Sole espelle enormi nuvole di particelle cariche che, scontrandosi con la magnetosfera terrestre, ne alterano l’equilibrio magnetico. Questo può provocare disturbi temporanei alle reti elettriche, interferenze nei segnali GPS e nei sistemi radio, e perfino deviazioni nella navigazione aerea. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, gli effetti sono localizzati e non mettono in pericolo la vita sulla Terra.
Le possibili conseguenze
Secondo la NOAA, gli effetti più evidenti si faranno sentire nelle regioni più settentrionali del pianeta, come Canada, Alaska e gli stati del Nord degli Stati Uniti, ma l’impatto potrebbe estendersi fino all’Europa del Nord. Si prevedono piccole variazioni di tensione nelle reti elettriche, temporanee interruzioni nei segnali radio e GPS, e possibili disturbi per le comunicazioni aeree sulle rotte polari.
Il lato più affascinante dell’evento sarà invece l’aspetto visivo: le aurore boreali, generate dalle collisioni tra le particelle solari e gli atomi dell’atmosfera, potrebbero essere visibili anche molto più a sud del normale, arrivando in alcuni casi fino agli Stati Uniti centrali o al nord dell’Europa.
Il Sole più attivo del solito
Gli scienziati spiegano che questo aumento di attività è legato al ciclo solare, un periodo di circa undici anni in cui il Sole alterna fasi di calma e di forte instabilità magnetica. La regione solare responsabile di queste eruzioni, denominata AR4246, è un enorme gruppo di macchie solari caratterizzate da campi magnetici intensi e intrecciati, capaci di generare flare (esplosioni di energia) e CME di grande potenza.
Dal 2008, le osservazioni indicano che il vento solare ha aumentato velocità, densità e temperatura, rendendo gli eventi di questo tipo sempre più frequenti. Tuttavia, secondo gli esperti, la tempesta in arrivo non dovrebbe causare danni significativi, ma resta un campanello d’allarme sulla crescente instabilità del Sole.
Uno spettacolo (quasi) innocuo
Per gli astronomi e gli appassionati di fenomeni celesti, l’arrivo della tempesta solare rappresenta un’occasione irripetibile per osservare le luci polari in luoghi dove di solito non appaiono. Chi vive nelle regioni settentrionali potrà vedere il cielo illuminarsi di scie verdi, rosse e viola, un effetto ottico che ricorda una danza magnetica tra Terra e Sole.
In sostanza, nonostante l’allerta, non si tratta di un evento catastrofico ma di un fenomeno naturale spettacolare e affascinante, capace di ricordarci quanto il nostro pianeta sia costantemente connesso alle dinamiche del Sole.