Fonte: 123RF

Mangi insetti da tempo ma non lo sai: dove sono nei cibi comuni

Sapevate che gli insetti sono già parte della nostra dieta? Non ci credete? Scopri perché li mangiamo già (e ci piacciono tanto)

Pubblicato:

Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

La controversia sulla “farina di insetti” sembra essere diventata una battaglia politica, spesso alimentata dalla vulgata populista che sostiene la narrativa “ci vogliono far mangiare gli insetti”, riferendosi a presunti burocrati che da Bruxelles, Berlino o qualche altra città straniera vorrebbe imporci questo alimento. Tuttavia, mentre alcuni fanno strenua resistenza di fronte a questa idea, si sente sempre più spesso che gli insetti saranno il cibo del futuro. La ragione principale dietro questa prospettiva è la loro ricchezza di proteine e altri nutrienti cruciali di questi animaletti, oltre al loro notevole vantaggio economico ed ecologico rispetto alle fonti di proteine tradizionali come la carne tradizionale. Nonostante le resistenze, il futuro sembra inclinarsi inesorabilmente verso questa direzione. Ma in pochi sanno che gli insetti li mangiamo già. E ci piacciono anche parecchio.

Gli insetti sono il cibo del futuro?

La tendenza a considerare gli insetti come il cibo del futuro si basa sulla loro composizione nutrizionale. Gli insetti sono ricchi di proteine, vitamine e minerali, rendendoli un’opzione alimentare completa.

Inoltre, l’allevamento degli insetti è decisamente più sostenibile dal punto di vista ambientale rispetto all’allevamento tradizionale di animali per la produzione di carne. Per questo motivo, il loro impiego potrebbe offrire una soluzione per affrontare le sfide legate alla crescente richiesta di cibo e alla sostenibilità del pianeta.

La resistenza contro la “farina di insetti” spesso deriva dall’idea che sostituiranno completamente le farine tradizionali. Tuttavia, è importante notare che la farina di insetti non mira a sostituire, ma ad affiancare le farine normali. I detrattori di questo prodotto, analogamente a quelli della carne coltivata in laboratorio, sembrano spesso trascurare questo dettaglio.

Scopri anche:– Pericolo insetti: arrivano i calabroni mortali dall’Oriente

Il paradosso degli insetti nei cibi comuni: sapevi che li mangiamo già?

Recentemente, il ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, ha visitato un pastificio a Benevento, criticando aspramente la farina di insetti.

Tuttavia, a suscitare l’attenzione di molti c’è un fatto: gli insetti sono già presenti in molti cibi “comuni” che consumiamo quotidianamente. In altre parole, senza saperlo, mangiamo insetti da molto tempo.

È vero, la presenza di insetti nei cibi comuni potrebbe sorprendervi. Ma diverse industrie alimentari utilizzano insetti o derivati degli stessi per arricchire i propri prodotti. Dagli alimenti confezionati alle farine, dagli integratori alimentari ai coloranti alimentari, gli insetti si infiltrano silenziosamente nella nostra alimentazione quotidiana. È essenziale aumentare la consapevolezza su questo aspetto per permettere alle persone di prendere decisioni informate sulla propria dieta. Ma dove si trovano questi insetti?

Quali sono gli alimenti che già contengono insetti?

L’interessante scoperta è che non è necessario focalizzarsi solo su cibi specifici, come il casu marzu sardo o altri formaggi simili diffusi in Italia, noti per contenere larve della mosca casearia. La presenza degli insetti nei nostri alimenti va ben oltre questi esempi isolati e abbraccia un ampio spettro di prodotti alimentari, dalla frutta fresca ai cereali confezionati, dai legumi ai dolci.

In effetti, gli insetti hanno segretamente contribuito alla nostra dieta in modi che spesso non ci immaginiamo, sottolineando la necessità di esplorare più approfonditamente il tema della presenza degli insetti nella nostra alimentazione quotidiana.

Ad esempio, quanti di voi sono a conoscenza del fatto che il colorante rosso utilizzato in molti prodotti alimentari, che spaziano dalle bibite e i cocktail come lo spritz agli yogurt, dai succhi di frutta alle caramelle gommose, ha origine in realtà da un insetto noto come cocciniglia?

Questo è solo uno degli aspetti sorprendenti che coinvolge gli insetti nella nostra alimentazione quotidiana. L’ingestione di insetti, infatti, può avvenire anche attraverso il consumo di una vasta gamma di alimenti, tra cui barrette di cioccolato, insalate, marmellate, succhi di frutta, funghi porcini, passate di pomodoro e farine. Questi piccoli invertebrati si infiltrano in modo silenzioso e spesso impercettibile in molte delle nostre scelte alimentari.

In realtà, oltre alla terribile “farina di grilli”, in molti non sanno che ci sono altri due insetti precedentemente autorizzati per l’utilizzo ai fini alimentari. Stiamo parlando delle larve gialle essiccate di Tenebrio molitor e della Locusta migratoria congelata, essiccata e in polvere. Insomma, gli insetti tutto sono tranne che una novità.

Scopri anche:– Coccinella pericolosa, non farti ingannare dal colore: è velenosa

Farina di grilli, perché non sostituirà quella tradizionale

Da gennaio 2023, la farina di grilli può essere legalmente commercializzata in tutti i paesi dell’Unione Europea, compresa l’Italia. Questa innovativa opzione alimentare, derivata dagli insetti, sta guadagnando popolarità come ingrediente versatile nella produzione di dolci, pane, pasta e biscotti. La sua introduzione sul mercato apre tutta una serie di nuove prospettive per l’industria alimentare, cercando di rispondere alle crescenti esigenze nutrizionali e agli obiettivi di sostenibilità.

La farina di grilli, in soldoni, si presenta come una risorsa alimentare ricca di proteine, aprendo una strada per ridurre la dipendenza dalle fonti proteiche tradizionali. Tuttavia, nonostante le sue promesse nutrizionali, ci sono alcune sfide ne limitano l’adozione su larga scala. E no, non stiamo parlando delle resistenze che arrivano dagli oppositori tradizionali di questo alimento. Stiamo parlando più che altro di sfide di carattere pratico.

Scopri anche:– Cimici, a cosa servono in natura? La loro utilità nell’ecosistema

Dal punto di vista sanitario, la farina di grilli è considerata sicura, eccezion fatta per coloro che sono allergici alla chitina, una proteina contenuta nel carapace dei grilli. Questo fattore rappresenta una limitazione importante, anche se il numero di persone allergiche è relativamente basso.

La farina di grilli non è solo un prodotto ad alto valore nutrizionale, ma anche una soluzione per affrontare l’impatto ambientale della produzione alimentare. Come abbiamo già accennato, l’allevamento di insetti richiede meno risorse e produce minori emissioni di gas serra rispetto all’allevamento tradizionale di animali per consumo umano. Tuttavia, uno dei principali ostacoli alla sua adozione su vasta scala è il prezzo attuale, che si aggira sui 70 euro al chilo.

Ed è proprio il prezzo della farina di grilli ad emergere come uno dei principali ostacoli alla sua diffusione, in quanto la rende una scelta costosa rispetto alle farine tradizionali ma anche rispetto ad altri alimenti come carne e pesce. Già solo per questo, possiamo tranquillamente smentire tutti coloro che dicono che esiste una sorta di complottistico piano volto a sostituire la farina tradizionale con quella di grilli.

Scopri anche:– Invasione di moscerini, città prigioniera degli insetti: allerta

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti