Un team di scienziati ha scoperto un paesaggio vasto e intatto, rimasto sepolto sotto oltre un miglio (circa 1,6 km) di ghiaccio per più di 34 milioni di anni. Questo antico terreno si trova in una remota regione chiamata Wilkes Land, nell’Antartide orientale, un’area grande quanto il Belgio e situata nell’entroterra, lontano dalla costa.
Utilizzando dati satellitari e radar capaci di penetrare il ghiaccio, i ricercatori hanno rivelato l’esistenza di un’antica superficie terrestre scolpita da fiumi, costellata di valli e rilievi, che un tempo ospitava fitte foreste e, incredibilmente, forse persino palme. A supporto di quest’ultima ipotesi, sono stati trovati granuli di polline di palma lungo la vicina costa antartica, prova sorprendente di un passato rigoglioso.
- Una "capsula del tempo" sotto il ghiaccio
- Come l’Antartide è diventata un deserto di ghiaccio
- Un paesaggio scolpito da fiumi e sollevato dal ghiaccio
- Un viaggio nel tempo geologico
- Cosa ci dice questa scoperta sul cambiamento climatico?
Una “capsula del tempo” sotto il ghiaccio
Il paesaggio nascosto si estende per oltre 12.000 miglia quadrate (circa 31.000 chilometri quadrati), una superficie paragonabile allo stato americano del Maryland. Gli scienziati lo descrivono come una capsula del tempo geologica, congelata nel suo stato originale da decine di milioni di anni.
«È come scoprire un mondo perduto», ha dichiarato il professor Stewart Jamieson dell’Università di Durham, autore principale dello studio. «Un paesaggio che racconta la storia antichissima dell’Antartide e della sua trasformazione in continente glaciale.»
Come l’Antartide è diventata un deserto di ghiaccio
Milioni di anni fa, l’Antartide non era il deserto ghiacciato che conosciamo oggi. Mentre i continenti si spostavano, questo grande lembo di terra migrava verso il Polo Sud. Lì si formò una potente corrente oceanica che lo isolò dalle acque calde. Allo stesso tempo, i livelli atmosferici di anidride carbonica scesero drasticamente, innescando un raffreddamento globale.
Questi due eventi segnarono l’inizio della formazione delle enormi calotte glaciali antartiche. Tuttavia, la parte orientale del continente, dove è stata fatta la scoperta, si è ghiacciata in modo diverso: il ghiaccio è estremamente freddo, si muove molto lentamente (meno di 5 metri all’anno) e non erode il terreno sottostante. Questo ha permesso al paesaggio di restare quasi intatto.
Un paesaggio scolpito da fiumi e sollevato dal ghiaccio
La ricerca ha identificato tre enormi blocchi di terra elevata, lunghi fino a 170 chilometri e larghi oltre 85, separati da valli larghe 40 chilometri e profonde fino a 1.200 metri. Un paesaggio che, secondo i ricercatori, ricorda le valli e le colline del Galles o della Scozia, ma rimasto congelato nel tempo.
Sorprendentemente, alcune zone del terreno sepolto sono state lentamente spinte verso l’alto fino a 500 metri, a causa del peso stesso del ghiaccio sovrastante. Questi movimenti sono stati ricostruiti con modelli computerizzati e analisi radar ad alta precisione.
Un viaggio nel tempo geologico
Questo paesaggio nascosto risale a prima della formazione del ghiaccio antartico, quando la regione era parte del supercontinente Gondwana. All’epoca, un clima temperato dominava l’area, con fiumi attivi e vegetazione rigogliosa. Con la frammentazione del supercontinente, si formarono spaccature e faglie che segmentarono il terreno in grandi blocchi, scolpiti nel tempo da ghiacciai antichi.
Circa 14 milioni di anni fa, la calotta glaciale dell’Antartide orientale si espanse fino a coprire completamente la zona, dove è rimasta da allora, anche durante i periodi più caldi del passato, come il medio Pliocene, 3 milioni di anni fa.
Cosa ci dice questa scoperta sul cambiamento climatico?
Il paesaggio scoperto rappresenta una rara finestra sul passato profondo della Terra. Ma rappresenta anche un monito per il futuro. Secondo i ricercatori, se il riscaldamento globale prosegue e i livelli di CO₂ continuano ad aumentare, potremmo avvicinarci alle condizioni climatiche di quei lontani tempi senza ghiaccio.
«Questa scoperta ci aiuta a comprendere meglio come si è formato il ghiaccio antartico e come potrebbe reagire ai futuri cambiamenti climatici», ha affermato Neil Ross, professore di geofisica ambientale all’Università di Newcastle.