Nuova paura pandemia, trovati 2 nuovi coronavirus nei pipistrelli

Gli scienziati hanno trovato due nuovi coronavirus nei pipistrelli. Scopri perché si teme per una nuova pandemia.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Attraverso nuovi esperimenti di laboratorio, è stato individuato in alcuni pipistrelli in Thailandia un virus simile al COVID-19. Il gruppo di ricerca a capo della scoperta è collegato al controverso EcoHealth Alliance di New York.

Il dottor Peter Daszak, a capo dell’organizzazione, ha presentato la scoperta durante una riunione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sottolineando la necessità di prepararsi per future pandemie. 

La scoperta del virus nei pipistrelli in Thailandia

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Il gruppo, precedentemente finanziato per ricerche simili in Cina, è stato criticato dalla comunità scientifica per il rischio potenziale di causare nuove pandemie. Nonostante ciò, i ricercatori stanno continuando le loro attività in Thailandia e altre parti dell’Asia con sostegno finanziario del governo degli Stati Uniti. 

Il dottor Daszak ha confermato l’identificazione di un nuovo virus nei pipistrelli thailandesi, affermando che è strettamente correlato al COVID-19 e presenta un potenziale rischio zoonotico. Sebbene il virus sia stato rinvenuto in una grotta frequentata da agricoltori locali, il dottor Daszak ha rassicurato che l’alta incidenza di casi di COVID-19 nella regione fornisce una buona protezione alla popolazione. 

Tuttavia, il dottore ha avvertito del reale potenziale di emergenza mondiale, a causa del contatto umano con le feci di pipistrello contenenti il virus. Il rapporto arriva in un momento per certi versi critico, in cui l’OMS segnala un aumento globale dei casi di coronavirus, con un incremento del 42% nei ricoveri in 50 paesi.

Il nuovo virus può infettare l’uomo?

Quanto alla trasmissibilità all’uomo, le informazioni sono ancora ambigue: il dottor Peter Daszak, ha dichiarato che il virus ha “quasi” lo stesso potenziale di infettare gli esseri umani del COVID-19. Tuttavia, non sono stati ancora forniti dettagli specifici sulla probabilità o sulla facilità con cui il virus potrebbe passare dagli animali all’uomo.

Due nuovi coronavirus nei pipistrelli in Cina: paura per una nuova pandemia?

Il mondo è ancora scosso dalla pandemia di Covid-19, che ha iniziato a diffondersi da Wuhan, in Cina, dopo il presunto trasferimento del virus da un animale infetto venduto in un mercato alimentare poco regolamentato. Sebbene non ci siano certezze sul fatto che il primo sia stato un pangolino o un pipistrello, è noto che questi ultimi sono spesso portatori di virus e possono essere particolarmente pericolosi in termini di trasmissione di malattie.

Pertanto, non sorprende che i timori di una nuova pandemia siano riemersi dopo la scoperta di nuovi coronavirus che possono essere trasportati dai pipistrelli. Ma si tratta davvero di una nuova nube di pericolo che incombe sull’umanità? Andiamo a scoprirlo insieme.

Un gruppo di scienziati cinesi ha identificato questi due nuovi coronavirus, denominati CD35 e CD36, in alcuni campioni prelevati da 112 pipistrelli di grandi dimensioni catturati nelle grotte della Cina meridionale tra marzo e aprile 2021.

Sette dei pipistrelli campionati erano portatori dei due coronavirus appena scoperti, entrambi con una mutazione simile a quella che ha reso il Covid-19 così infettivo.

Tuttavia, c’è una buona notizia da segnalare: né il CD35 né il CD36 sono identici al Covid-19 e presentano solo una corrispondenza del 54% con il virus che ha causato la pandemia mondiale. Inoltre, al momento non è ancora stato dimostrato che questi nuovi coronavirus siano in grado di infettare gli esseri umani.

Cosa dobbiamo temere davvero della nuova scoperta?

La scoperta, per quanto per ora piuttosto rassicurante dalla natura dei virus individuati, sottolinea l’importanza della sorveglianza e della ricerca sugli agenti patogeni presenti nella fauna selvatica, in particolare nei pipistrelli. Questi animali sono infatti noti come vettori naturali per numerosi virus, compresi quelli responsabili di malattie come la SARS e l’Ebola. È per questo motivo che lo studio dei chirotteri (l’ordine di mammiferi ai quali appartengono i pipistrelli) può fornire informazioni preziose per prevenire futuri focolai di malattie infettive.

È infatti di fondamentale importanza che gli sforzi di monitoraggio e ricerca siano intensificati per comprendere meglio questi due nuovi coronavirus e valutarne ogni potenziale rischio per la salute umana. Il processo in atto, infatti, dovrebbe farsi più vasto e coinvolgere la collaborazione tra scienziati, governi, organizzazioni internazionali e autorità sanitarie, al fine di sviluppare strategie di prevenzione e controllo efficaci su larga scala.

Nonostante la presenza di questi nuovi virus nei pipistrelli sia per ora sotto controllo e non pericolosa per l’uomo, è importante mantenere la calma e continuare a seguire le linee guida sanitarie stabilite dalle autorità competenti. La pandemia di Covid-19 ha dimostrato quanto sia cruciale agire in modo tempestivo, responsabile e coordinato per affrontare le emergenze sanitarie globali. La consapevolezza, la preparazione e la cooperazione internazionale sono strumenti essenziali per fronteggiare eventuali nuove minacce e proteggere la salute di tutti. E lo stesso, oltre che per quelli di nuova scoperta, può dirsi anche per ulteriori virus e agenti patogeni “zombie”, ovvero quelli che riemergono dopo milioni di anni.

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