Rompicapo Giapponese che sta facendo impazzire tutti: solo il 40% riesce a risolverlo

Solo il 40% degli studenti che hanno provato a risolverlo sono giunti al risultato giusto: sei in grado di cimentarti con questo rompicapo giapponese?

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Da alcuni giorni un rompicapo matematico partito dal Giappone sta facendo il giro del web e sta praticamente mandando in tilt chiunque se lo ritrovi davanti. A prima vista sembra una semplice espressione da scuola media ma, a giudicare dai risultati, solo il 40% delle persone riesce a risolverlo correttamente al primo tentativo. Numeri che fanno riflettere e che hanno riacceso il dibattito sull’effettiva capacità di calcolo della popolazione della nostra società contemporanea. Ma qual è davvero la difficoltà nascosta dietro questo rompicapo? E tu sei in grado di risolverlo? Proviamoci insieme.

Il rompicapo giapponese che sta facendo impazzire il web

Andiamo con ordine e partiamo dall’espressione da risolvere. È la seguente:

9 – 3 ÷ 1/3 + 1 = ?

Tutto qui. Non c’è nessuna equazione da risolvere, nessuna incognita da trovare. Solo una riga di numeri e simboli da interpretare correttamente seguendo le regole base dell’aritmetica.

Eppure, come spesso accade con i rompicapi, la semplicità è solo apparente. L’errore più comune? Seguire l’ordine delle operazioni in modo scorretto o lasciarsi ingannare dall’aspetto lineare dell’espressione.

Il problema ha iniziato a circolare tra i forum giapponesi, per poi approdare su TikTok e Instagram, dove è diventato virale in pochissimo tempo. Da lì, si è diffuso globalmente negli Stati Uniti, in Europa e anche in Italia, dove ha diviso gli utenti tra chi lo ha risolto in pochi secondi e chi, dopo lunghi tentativi, ha dovuto cedere e cercare la soluzione online.

Qual è la soluzione giusta del rompicapo

La chiave per risolvere l’espressione sta nel rispettare la corretta gerarchia delle operazioni. Secondo le regole dell’aritmetica, si procede seguendo questo ordine:

  1. Parentesi
  2. Esponenti
  3. Moltiplicazioni e divisioni da sinistra a destra
  4. Addizioni e sottrazioni da sinistra a destra

Nel nostro caso non ci sono parentesi o esponenti, quindi si parte con la divisione.

L’espressione è:
9 – 3 ÷ 1/3 + 1

Prima va risolta la divisione:
3 ÷ 1/3 = 9
(Di fatto, dividere per 1/3 equivale a moltiplicare per 3)

Quindi l’espressione diventa:
9 – 9 + 1

Ora si procede da sinistra verso destra:
9 – 9 = 0,
0 + 1 = 1

Risultato finale: 1

Eppure, tantissimi utenti danno come risposta 7 o 3, cadendo nel tranello dell’esecuzione istintiva o ignorando l’effetto della divisione con una frazione.

Il meccanismo che porta alla risoluzione del rompicapo

Il motivo per cui questo esercizio confonde molte persone sta tutto nella frazione. Quando leggiamo 3 ÷ 1/3, il nostro cervello tende a trattare il “1/3” come un numero piccolo da “sottrarre” o “diminuire”, e l’effetto che otteniamo immaginandolo intuitivamente è errato. In realtà, dividere per una frazione significa moltiplicare per il suo inverso.

In simboli:
a ÷ (b/c) = a × (c/b)

Quindi:
3 ÷ 1/3 = 3 × 3 = 9

Ma non tutti si ricordano questa regola, oppure la eseguono in modo automatico senza rifletterci. Inoltre, l’assenza di parentesi e la disposizione lineare dei simboli portano tantissimi utenti a seguire un ordine sbagliato, finendo col fare prima la sottrazione o l’addizione, compromettendo l’intero calcolo.

Inutile dire che i risultati di questo rompicapo giapponese hanno spinto molti educatori a riflettere: davvero i ragazzi di oggi sono meno preparati in matematica? Secondo uno studio citato in Giappone, negli anni ’80 il 90% degli studenti avrebbe risolto correttamente l’espressione al primo tentativo. Oggi, quella percentuale scende al 40%. Ma forse non è solo una questione scolastica: la digitalizzazione e l’uso costante delle calcolatrici (o dei motori di ricerca) potrebbero aver intaccato l’agilità mentale nel calcolo.

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