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Invasione di pipistrelli, città prigioniera della piaga biblica

Una città australiana è rimasta intrappolata da un'apocalittica invasione di pipistrelli

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Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

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Una città australiana è stata travolta da un’apocalittica invasione di pipistrelli, lasciando i residenti imprigionati nelle loro case, terrorizzati e riluttanti persino a mandare i propri figli a scuola. L’insolita presenza di migliaia di mammiferi volanti ha portato a una situazione di lockdown nella città di Ingham, nel Queensland settentrionale, mettendo persino a terra l’eliambulanza dell’ospedale locale.

L’incredibile invasione di pipistrelli

Il “bat-tornado”, come è stato descritto dagli abitanti, ha colpito nel 2020 portando a una vera e propria invasione di circa 300mila pipistrelli che ha paralizzato la vita quotidiana nella cittadina. L’eliambulanza, fondamentale per le emergenze mediche, è stata costretta a fermarsi a causa della pericolosità di attraversare il cielo densamente popolato da pipistrelli.

La situazione è diventata così critica che il sindaco del consiglio di Hinchinbrook, Raymon Jayo, ha espresso la sua frustrazione alla rivista A Current Affair, dichiarando che sembrava che ogni pipistrello dell’intera Australia si fosse radunato a Ingham. Con quattro specie diverse coinvolte, e con i pipistrelli che avevano cuccioli in tempi diversi, l’opportunità di intervenire e spostare gli animali si è dimostrata estremamente limitata.

Le ragioni scientifiche dietro l’invasione di pipistrelli

Secondo gli esperti, l’evento è stato scatenato da una combinazione di fattori ambientali e comportamentali dei pipistrelli. Gli scienziati suggeriscono che il cambiamento climatico e le variazioni nelle condizioni meteorologiche potrebbero aver influenzato la disponibilità di cibo per i pipistrelli, spingendoli a radunarsi in numero così massiccio in cerca di risorse. La presenza di alberi adatti al loro riposo e alla nidificazione potrebbe aver ulteriormente incentivato l’attracco di migliaia di pipistrelli nella zona.

Inoltre, la città di Ingham potrebbe essere diventata una tappa temporanea ideale per la riproduzione, dato che diverse specie di pipistrelli si trovavano in diverse fasi del ciclo riproduttivo. Questo ha complicato ulteriormente gli sforzi delle autorità locali nel cercare di gestire la situazione, poiché ogni intervento avrebbe potuto disturbare la naturale dinamica riproduttiva di queste specie protette.

L’invasione di pipistrelli a Ingham è stata il risultato di una serie di circostanze ecologiche complesse, che evidenziano la delicatezza dell’equilibrio tra la preservazione della natura e il benessere delle comunità locali. La città si è trovata così a fronteggiare non solo una piaga biblica di pipistrelli ma anche le sfide legate all’interazione umana con l’ambiente circostante.

Le ripercussioni dell’invasione di pipistrelli sui cittadini

Jayo ha lamentato la mancanza di soluzioni legali, affermando che c’era un punto oltre il quale non era possibile agire senza infrangere la legge. “Dogging it”, come si dice nel Queensland settentrionale, sembrava essere l’unica opzione rimasta, indicando il grado di impotenza delle autorità di fronte a questa invasione biblica di pipistrelli.

Rachael Coco, presidente della Camera di Commercio di Ingham, ha sottolineato le ripercussioni negative sull’industria turistica locale, sostenendo che se una situazione del genere si fosse verificata nella Camera del Parlamento, si sarebbe già trovata una soluzione. Il turismo è stato pesantemente colpito dall’arrivo dei pipistrelli, con conseguenze economiche evidenti per la zona.

L’invasione di pipistrelli a Ingham è diventata un caso di studio, una lotta contro una forza della natura protetta dalla legge, che ha messo a dura prova la resilienza della comunità locale. E mentre le autorità hanno speso tempo alla ricerca di soluzioni fattibili, la città è rimasta prigioniera dalla presenza inaspettata di questi curiosi abitanti notturni.

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