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Addio termosifoni, arriva la pittura al grafene che trasforma i muri in pannelli riscaldanti

Una pittura rivoluzionaria potrebbe cambiare il nostro modo di scaldare casa: basta una presa elettrica e… un po’ di grafene.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Un futuro in cui i termosifoni spariscono dalle case, sostituiti da pareti che si scaldano da sole. L’idea è tutta italiana: una vernice al grafene capace di trasformare muri e soffitti in veri e propri pannelli radianti. L’innovazione nasce nei laboratori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova grazie a BeDimensional, spin-off specializzato nei materiali bidimensionali. E promette di rivoluzionare il modo in cui riscaldiamo le nostre abitazioni.

Una mano di vernice al posto del termosifone

Il principio è semplice: basta stendere una mano di pittura, collegarla a una presa elettrica tramite due piccoli elettrodi di rame, e la superficie inizia a emettere calore a infrarossi, scaldando la stanza senza alcun bisogno di impianti idraulici, tubazioni o radiatori. Tutto si basa sull’effetto Joule, lo stesso fenomeno fisico che genera calore quando una corrente elettrica attraversa un materiale conduttivo.

Nel caso della vernice al grafene, l’effetto è amplificato: il grafene è infatti un materiale straordinariamente sottile – spesso un solo atomo – ma con una conduttività termica ed elettrica eccezionale. Una volta steso, forma una rete invisibile che trasforma l’intera parete in un pannello radiante.

Come funziona il riscaldamento a infrarossi

A differenza dei termosifoni tradizionali, che riscaldano l’aria tramite convezione, i pannelli a infrarossi – e quindi anche la vernice al grafene – scaldano gli oggetti e le persone direttamente, come farebbe un raggio di sole. Il risultato è una sensazione di calore immediata e uniforme, anche se la temperatura dell’ambiente resta relativamente bassa.

È la stessa tecnologia utilizzata nei moderni pannelli a onde lunghe, già impiegati in uffici, bagni e spazi dove serve calore localizzato. La differenza? Con la vernice al grafene non serve installare nulla: basta dipingere la superficie e collegarla all’elettricità.

Più efficiente delle stufette, ma non una bacchetta magica

Secondo BuildTech srl, un altro spin-off dell’IIT che ha condotto test preliminari, questo sistema permetterebbe di ridurre fino al 40% i consumi elettrici rispetto alle stufette convenzionali, garantendo un’efficienza energetica comparabile a quella delle pompe di calore di ultima generazione.

Tuttavia, gli esperti invitano alla cautela: i riscaldamenti elettrici restano in generale meno performanti in termini di conversione energetica rispetto alle pompe di calore, e la loro efficacia dipende molto dal tipo di ambiente. Inoltre, poiché la tecnologia a infrarossi non riscalda l’aria, il calore tende a dissiparsi rapidamente una volta spento il sistema.

Ciò non toglie che in molti contesti la vernice al grafene potrebbe rivelarsi una soluzione intelligente e sostenibile. È ideale, ad esempio, per piccoli ambienti, case vacanza, bagni, studi o spazi dove non è possibile installare un impianto tradizionale.

Una rivoluzione (forse) alla portata di tutti

Dal punto di vista pratico, la pittura al grafene potrebbe cambiare radicalmente l’approccio al riscaldamento domestico. Immagina di regolare la temperatura con un interruttore, senza tubi, caldaie o lavori murari, e con manutenzione quasi nulla. Una prospettiva che renderebbe gli edifici più leggeri dal punto di vista energetico e potenzialmente più “green”, specie se alimentata da fonti rinnovabili.

Resta però da verificare la durata nel tempo, la sicurezza elettrica e l’effettiva compatibilità con le superfici domestiche. Come sottolineano gli stessi ricercatori dell’IIT, la fase di test è ancora in corso e serviranno ulteriori studi prima di una diffusione su larga scala.

L’innovazione italiana che guarda al futuro

BeDimensional non è nuova alle sperimentazioni con il grafene. L’azienda, fondata da un gruppo di ricercatori dell’IIT, da anni lavora su applicazioni sostenibili dei materiali bidimensionali, dai rivestimenti conduttivi all’efficienza energetica. La pittura termoriscaldante rappresenta uno dei progetti più ambiziosi, perché unisce tecnologia, comfort abitativo e sostenibilità ambientale.

Se le promesse saranno mantenute, potremmo presto dire addio ai termosifoni come li conosciamo oggi. E forse, nei prossimi inverni, sarà sufficiente una mano di vernice per scaldarsi.

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