Fonte: ANSA

Risolto uno dei più grandi misteri dell'arte: chi è la Ragazza con l'orecchino di perla

L'identità del volto enigmatico della ragazza dipinta da Vermeer potrebbe essere finalmente svelata: ecco chi è

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Da secoli, il noto ritratto la “Ragazza con l’orecchino di perla” fissa gli osservatori e cela un enigma senza soluzione. Chi si cela dietro quello sguardo così vivo e misterioso? Dopo anni di ipotesi, che vedevano la modella come una serva o la figlia stessa del pittore, una nuova teoria stravolge tutto, offrendo una risposta convincente.

Magdalena van Ruijven: la figlia nascosta

Secondo il critico e storico dell’arte britannico Andrew Graham-Dixon, l’identità del volto più enigmatico della pittura olandese sarebbe quella di Magdalena van Ruijven. Questa rivelazione, contenuta nel suo nuovo libro “Vermeer: A Life Lost and Found”, pone fine a un mistero durato secoli, per due ragioni:

Le ricerche di Graham-Dixon suggeriscono che Magdalena avesse circa dodici anni quando il quadro fu realizzato nel 1665, un’età che si allinea perfettamente con l’aspetto della giovane ritratta.

– La famiglia van Ruijven—Pieter Claesz van Ruijven e Maria de Knuijt—furono i principali finanziatori di Vermeer. È altamente plausibile che l’artista abbia voluto ricambiare il loro vitale sostegno economico con un ritratto personale della loro unica figlia. La celebre “ragazza” non sarebbe quindi una sconosciuta, ma la discendente della coppia che rese possibile il talento di Vermeer.

Oltre il ritratto: la perla come simbolo spirituale

L’analisi di Graham-Dixon non si limita al mero riconoscimento. Lo storico dell’arte svela anche un profondo significato simbolico celato nel dettaglio più lampante: la perla, protagonista indiscussa del dipinto, non sarebbe solo un gioiello, ma un chiaro riferimento a Maria Maddalena, la figura biblica della redenzione e del perdono. Questo collegamento è tutt’altro che casuale, data l’assonanza con il nome della modella: Magdalena van Ruijven. Il critico ipotizza che Vermeer, artista di profonda spiritualità, volesse rappresentare la purezza che nasce dal perdono; questo tema era molto caro ai Rimostranti, il movimento protestante moderato a cui il pittore aderiva e di cui la madre della giovane, Maria de Knuijt, era una leader locale. Nel quadro si mescolano, dunque, un ritratto familiare e una riflessione spirituale, unite dalla straordinaria delicatezza e luce tipiche di Vermeer.

Lo sguardo: un istante sacro sospeso nel tempo

Ciò che rende questo dipinto immortale è, da sempre, l’intensità dello sguardo: dolce, ma penetrante; curioso, ma irraggiungibile. Per Graham-Dixon, quegli occhi non sono solo quelli di una ragazza curiosa, ma rappresentano il momento della rivelazione: l’istante in cui Maria Maddalena scopre che il sepolcro di Cristo è vuoto. È una scena di profonda fede e stupore, narrata non con azioni o parole, ma con un’espressione catturata per sempre.

La “Ragazza con l’orecchino di perla” si trasforma così nel volto di un istante sacro, sospeso tra il dubbio umano e la luce della fede. Se la teoria fosse vera, Vermeer avrebbe immortalato non solo una persona, ma un sentimento universale: la scoperta della meraviglia.

Enigma che continua a vivere

La teoria di Graham-Dixon ha inevitabilmente acceso un acceso dibattito nel mondo dell’arte. Se da un lato c’è chi la reputa la spiegazione più convincente mai proposta, dall’altro non mancano gli studiosi che continuano a vedere nell’opera un ritratto ideale, un simbolo slegato da una specifica persona.

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