Quando si parla di forme di vita ed intelligenza non umana, il pensiero corre subito allo spazio, agli alieni su mondi lontani e ai segnali misteriosi captati dai radiotelescopi. Ma questa volta l’osservazione arriva da molto più vicino: dai nostri oceani. E ciò che gli scienziati hanno scoperto è affascinante tanto quanto un possibile contatto extraterrestre.
- La singolare scoperta fatta nei nostri oceani: gli anelli di bolle come forma di comunicazione
- Lo studio e le "chiacchierate" attraverso i cerchi d'acqua
- Forme alternative di linguaggio: e se lo stessero facendo anche gli alieni con gli umani?
La singolare scoperta fatta nei nostri oceani: gli anelli di bolle come forma di comunicazione
Il team del SETI Institute, noto per la ricerca di intelligenze aliene, ha rivolto lo sguardo verso un altro tipo di intelligenza: quella delle megattere, i giganteschi cetacei che popolano i nostri mari. Lo spunto è nato da un comportamento singolare osservato per la prima volta nel 2019 e poi documentato più volte negli anni successivi: le megattere emettono anelli di bolle simili a cerchi di fumo, rivolti direttamente verso barche e nuotatori.
Finora, queste formazioni erano state notate solo durante momenti di caccia e quando i maschi le usano nei rituali di accoppiamento. Ma i nuovi episodi, raccolti tra il 2019 e il 2023, mostrano qualcosa di diverso. Le balene sembrano usare questi cerchi di bolle per attirare l’attenzione degli esseri umani, quasi a voler iniziare una conversazione.
Lo studio e le “chiacchierate” attraverso i cerchi d’acqua
In tutto sono stati analizzati 12 casi, in cui 11 megattere sono state osservate mentre emettevano questi anelli in presenza di persone. Ben 9 episodi si sono verificati quando le balene si sono avvicinate spontaneamente a imbarcazioni o nuotatori, accompagnando i loro gesti con altri comportamenti amichevoli come girare intorno alle barche o scrutare i presenti da vicino. Gli anelli, ampi fino a tre metri di diametro, salivano verso la superficie in modo elegante e preciso, con un intento che sembrava tutt’altro che casuale.
Il comportamento ha affascinato gli studiosi di WhaleSETI, un progetto nato per osservare le forme di intelligenza marina come modello per immaginare come potrebbero comunicare eventuali civiltà extraterrestri. Il ragionamento è semplice: se una specie non umana sulla Terra può cercare attivamente un contatto con noi, perché non pensare che altre forme di vita intelligenti, in mondi lontani, potrebbero fare lo stesso?
Forme alternative di linguaggio: e se lo stessero facendo anche gli alieni con gli umani?
Il dottor Fred Sharpe, coautore dello studio, ha spiegato che le balene sembrano testare la nostra risposta. Il comportamento è quindi intenzionale, curioso e interattivo: tutte caratteristiche che, secondo SETI, potremmo trovare anche in forme di vita non terrestri.
Un altro studio del 2023 ha rafforzato questa idea: un gruppo di ricercatori ha avuto una sorta di “conversazione” di 20 minuti con una megattera chiamata Twain, scambiandosi vocalizzazioni in sequenza. Un dialogo a distanza, fatto di suoni, ma costruito con risposte reciproche, come se fosse un linguaggio comune, ancora però tutto da decifrare.
Il messaggio che emerge da queste ricerche è che la comunicazione tra specie diverse è possibile, e passa attraverso forme di comunicazione non verbali. Se le megattere stanno davvero cercando di parlarci, allora forse anche gli alieni su altri mondi e galassie potrebbero farlo con gli stessi presupposti.