Scienziati scoprono grosso buco sul fondo dell’oceano che perde

Al largo della costa dell’Oregon (USA), gli studiosi stanno cercando di approfondire la composizione di un fluido caldo che fuoriesce dai fondali.

15 Aprile 2023

Dalle altezze più lontane nello spazio alle profondità oceaniche più recondite della Terra, la natura non smette mai di regalare scoperte sorprendenti, capaci di aumentare le nostre conoscenze tanto quanto di alimentare le domande degli scienziati. L’ultima scoperta in ordine di tempo arriva proprio dall’oceano e non ha mancano di sbalordire gli studiosi che sono alle prese con gli approfondimenti del caso. Un team di esperti dell’Università di Washington ha, infatti, intercettato un enorme buco sul fondale marino.

Ma a colpire è soprattutto il fatto che tale apertura mostra una perdita inizialmente ritenuta di acqua dolce. Quello che, invece, è emerso è che si tratterebbe di fluidi tettonici sversati nell’oceano stesso, al largo della costa dell’Oregon (Stati Uniti). L’indagine in corso si concentra nell’area più estrema lungo la faglia della zona di subduzione della Cascadia. Secondo le informazioni rilasciate in un comunicato stampa, riporta il ‘Daily Star’, il buco è stato chiamato ‘Oasi di Pizia’, dal nome dell’oracolo che profetizzava seduto su una sorgente termale.

Al momento il fluido che fuoriesce dall’apertura non sarebbe indicativo di una particolare attività sismica nella regione ma certamente merita ulteriori approfondimenti. L’ultima ricerca ha tentato, in particolare, di capire quale fosse la composizione del liquido immesso nell’oceano e per farlo sono stati impiegati robot esploratori sul fondale oceanico. Quanto raccolto attraverso tali dispositivi fa ipotizzare che la sostanza sia una sorta di lubrificante tettonico che serve alle placche per ridurre le frizioni e impedire spostamenti.

A proposito dei risultati recenti Evan Solomon, professore di oceanografia e geologia dei fondali marini dell’Università di Washington, ha dichiarato: “È qualcosa che non ho mai visto e, per quanto ne so, non è mai stato osservato prima”. Il fluido caldo che sgorga dal sedimento del fondo marino produce bolle in superficie e riserva ancora tanti segreti da svelare.

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