Scoperta la prima esoluna: ecco che cos'è

Sembra che due studiosi della Columbia University abbiano osservato la prima esoluna, a 8mila anni luce da noi

5 Ottobre 2018

Anche se il condizionale è d’obbligo, l’entusiasmo è difficile da frenare. Pare infatti che siano diverse le conferme della presenza di una esoluna vicino al pianeta Kepler1625b.

È da oltre un anno che questa ipotesi è stata avanzata da due ricercatori della Columbia University di New York, David Kipping e Alex Teachey, ma adesso arrivano nuove prove che sono state pubblicate sulla rivista “Sciences Advances”.

Intanto è bene sapere che stiamo parlando di un sistema stellare che dista 8mila anni luce da noi, tenuto sotto controllo proprio perché sono stati notate interessanti modifiche alla luminosità della stella Kepler 1625.

I due ricercatori hanno monitorato e studiato i dati di 284 pianeti, grazie al telescopio Kepler della Nasa, con orbite intorno alla loro stella superiori ai 30 giorni. L’analisi si è concentrata sull’oscuramento della stella al passaggio dei pianeti. E il transito di Kepler 1625b ha attirato la loro attenzione. Inizialmente gli studiosi si sono accorti di un cambiamento di luminosità: la luce della stella diventava meno intesa quando passava l’enorme pianeta gassoso, ma non solo. Sono stati altri piccoli segnali che hanno indotto i due ricercatori a continuare e a coinvolgere il telescopio Hubble. Grazie a un’analisi più dettagliata è emerso che, dopo il passaggio del pianeta, la luce della stella diminuiva nuovamente. Ma non solo, a questa evidenza si è aggiunto anche un altro fatto: Kepler1625b ha iniziato il passaggio davanti alla sua stella poco più di un’ora prima, cosa che accade ad esempio quando vi è presente un altro oggetto celeste. Un oggetto celeste che potrebbe essere una gigantesca luna, dal momento che non sono stati rilevati altri pianeti, anzi un’esoluna.

Che altro non è che un satellite extrasolare naturale che orbita intorno a un pianeta in un sistema solare diverso dal nostro.

Nel caso del satellite di Kepler 1625b è facile che somigli al suo pianeta, che è gassoso e molto più grande di Giove, quindi la sua luna potrebbe essere anch’essa gassosa e con le dimensioni simili a quelle di Nettuno.

Per la conferma, però, si deve attendere ancora perché si dovrà procedere con ulteriori osservazioni. Quello che è interessante, se l’ipotesi dell’esistenza dell’esoluna fosse confermata, è capire come si è formata. Nel caso della Terra e delle Luna l’ipotesi è che il nostro satellite si sia formato in seguito a uno scontro che ha staccato materiale dal pianeta, che poi si è addensato. Ma come accade per i pianeti e le lune gassose?
I due studiosi della Columbia University hanno mosso un nuovo importantissimo passo verso la conoscenza dell’Universo.

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