Fonte: 123rf

Scoperte nuove forme di vita nel corpo umano: vivono nella bocca e gli scienziati le definiscono "pazzesche"

Enigmatici frammenti circolari di RNA riscrivono i confini della biologia: sono una via di mezzo tra virus e cellule

Pubblicato:

Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Il corpo umano è un ecosistema pullulante, un universo microscopico dove miliardi di microbi, batteri e virus coesistono in un delicato equilibrio. Questo microbioma non si limita ad aiutarci nella digestione o nella difesa dalle infezioni, ma sembra persino influenzare il nostro umore. È in questo contesto complesso che gli scienziati hanno fatto un ritrovamento sbalorditivo: minuscole molecole circolari di RNA che non rientrano in nessuna categoria biologica conosciuta.

Questi frammenti misteriosi non sono classificabili come virus, batteri o viroidi vegetali. La loro natura ibrida e unica ha spinto gli studiosi a coniarne un nome evocativo: gli “obelischi”. Questo battesimo, forse ispirato alla loro forma allungata e compatta, come una sottile colonna di informazione genetica, segna un punto di svolta. La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Cell, ha letteralmente lasciato la comunità scientifica a bocca aperta, non solo per la sua portata, ma anche perché è proprio nel microbioma orale che questi esseri invisibili sembrano essere più abbondanti.

Obelischi: molecole circolari con un’intelligenza inattesa

Gli obelischi sono minuscole molecole di RNA lunghe circa mille basi genetiche. Se modellate al computer, assumono una caratteristica forma a bastoncino o a bastone di comando, una struttura simmetrica che ricorda i viroidi, noti patogeni vegetali. Tuttavia, un dettaglio cruciale li distingue nettamente: alcuni obelischi codificano una proteina specifica, soprannominata Oblin. Questa capacità di codificare è una caratteristica che i viroidi non possiedono.

Questa peculiarità posiziona gli obelischi in una vera e propria zona grigia della biologia, a metà strada tra un virus e una cellula. La loro identificazione non è avvenuta tramite microscopio, bensì grazie a sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale applicati a enormi banche dati di RNA umano. Gli algoritmi hanno cercato simultaneamente due segnali: la “giunzione” che indica una molecola circolare e una specifica piegatura a bastone. La loro maggiore concentrazione è stata rilevata tra la saliva e i batteri come lo Streptococcus sanguinis nel microbioma orale.

Autoreplicazione e convivenza pacifica

Le analisi sui campioni umani hanno dimostrato che gli obelischi non sono presenze passeggere: rimangono stabili nella bocca degli individui per mesi, trovando in questo ambiente il loro habitat ideale. Alcuni di essi presentano una sequenza chiamata “martello a testa ribozima”, un meccanismo molecolare sbalorditivo capace di tagliare e ricucire se stessa. Si tratta, in sostanza, di un pezzo di RNA che si replica autonomamente, senza ricorrere a enzimi o proteine esterne. Un sistema primitivo e geniale che ricorda i meccanismi ipotizzati per l’origine della vita sulla Terra.

La presenza costante degli obelischi nei batteri orali suggerisce un rapporto di simbiosi. Non sembrano causare malattie e convivono pacificamente con la nostra flora batterica. La loro capacità di replicarsi, adattarsi e interagire con le cellule batteriche pur non rientrando nelle definizioni classiche di virus o batteri, li rende di fatto una nuova categoria di entità biologiche. Sebbene gli esperti non abbiano ancora compreso l’impatto di questi micro-RNA sulla salute umana, la loro scoperta apre una prospettiva affascinante: il nostro corpo è indubbiamente una “casa” molto più affollata e complessa di quanto avessimo mai immaginato.

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti