Aprire una scatoletta di tonno può sembrare un gesto innocuo, anzi, per molti rappresenta una scelta pratica e veloce per un pasto leggero e ricco di proteine. Ma c’è una parte di quel tonno che forse stai consumando senza sapere che potrebbe non essere la più sicura: l’olio.
- Tonno in scatola: cosa fare con l'olio?
- Il problema delle lattine
- Non solo tonno, gli altri alimenti in scatola a rischio
- Come limitare i danni?
Tonno in scatola: cosa fare con l’olio?
Da sempre ci si chiede se sia meglio scolarlo, conservarlo o addirittura riutilizzarlo in padella o come condimento. Eppure, secondo le più recenti evidenze scientifiche, la risposta è chiara: meglio eliminarlo. Non si tratta solo di un consiglio di buon senso alimentare, ma di una vera e propria raccomandazione basata su analisi chimiche e studi approfonditi.
A sollevare la questione sono due studiose spagnole, Antía Lestido Cardama e Lara Pazos Soto, dell’Università di Santiago de Compostela, che hanno condotto un’indagine insieme all’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare e la nutrizione. Il focus? I materiali che rivestono l’interno delle lattine e il rischio che possano rilasciare sostanze chimiche nel cibo, in particolare nei prodotti conservati in olio.
Il problema delle lattine
In effetti, molte lattine sono rivestite internamente da resine epossidiche a base di BADGE, un composto collegato al ben più noto bisfenolo A (BPA), considerato un interferente endocrino. Il BPA è stato recentemente messo al bando nell’Unione Europea (a partire dal 2025), ma i suoi “parenti chimici” – come il BADGE e i ciclo-di-BADGE – continuano ad essere presenti e, a oggi, ancora non regolamentati in modo rigoroso.
Il problema maggiore sorge proprio quando si parla di alimenti grassi, come il tonno sott’olio. I grassi, infatti, facilitano la migrazione di queste sostanze dal rivestimento metallico al contenuto della lattina. E l’olio, essendo un veicolo perfetto per i composti lipofili, tende ad assorbirne in quantità maggiore. Questo significa che, consumando regolarmente anche l’olio della scatoletta, si rischia di aumentare l’assunzione di sostanze potenzialmente dannose.
Non solo tonno, gli altri alimenti in scatola a rischio
Ma i rischi non si fermano solo al tonno. Lo stesso principio vale anche per altri alimenti in scatola ricchi di grassi: legumi conditi, verdure sott’olio, piatti pronti e salse. E attenzione anche a chi ha l’abitudine, ad esempio in campeggio, di riscaldare direttamente la lattina sul fuoco: il calore accelera la migrazione delle sostanze chimiche, peggiorando la situazione.
Secondo gli esperti, anche se i livelli di contaminazione sono generalmente entro i limiti stabiliti dalle autorità, il vero problema è l’esposizione cumulativa nel tempo. Più spesso si consumano questi alimenti, più alto è il rischio che le sostanze ingerite possano alterare il funzionamento ormonale, con possibili effetti su fertilità, metabolismo e sviluppo.
Come limitare i danni?
Cosa fare allora? Le indicazioni sono semplici ma efficaci. Evitare di consumare l’olio della scatoletta e smaltirlo correttamente nei centri di raccolta è il primo passo. Quando possibile, preferire tonno al naturale oppure confezionato in contenitori di vetro, meno soggetti a rilascio di sostanze chimiche. Insomma, se anche tu sei tra coloro che amano il tonno in scatola, nessun allarme: continua pure a consumarlo, ma con qualche accorgimento in più.