Gli esperti concordano che nell’immediato futuro dovremo nutrirci in modo più sostenibile per l’ambiente che ci ospita e gli animali che ci sfamano: la dieta vegetariana ma anche quella che si basa sul consumo degli insetti sono sicuramente più sane ma attualmente il consumo di carne resta molto alto e in termini di impronta idrica, è tra i cibi più dispendiosi…Per produrre 1 kg di carne di manzo, infatti, si usano fino a quasi 16mila litri di acqua.
La domanda maggiore di carne riguarda per lo più il pollo, dunque per abbassare i costi di allevamento e produzione, si tende a sfruttare al massimo questo animale con gravi conseguenze per la sua salute tra indicibili sofferenze, condizioni igienico-sanitarie proibitive e stress psico-fisico senza eguali.
Il pollo che compriamo comunemente al supermercato è il broiler – nome scientifico Gallus gallus domesticus – che deriva da una serie di incroci tra razze diverse iniziata negli anni ’30 in America per stare dietro alla crescente domanda.
I broiler sono i classici polli con la cresta rossa e la pelle gialla che vengono allevati solo e soltanto per andare al macello: si pensi che un pollo normale pesa circa 1,2 kg a 4 mesi di vita mentre questi condannati alla produzione intensiva arrivano a pesare anche 3 kg in neanche 2 mesi.
I broiler vengono nutriti automaticamente e anche l’abbeveraggio è automatizzato; in più non vedono mai la luce naturale ma restano al chiuso esposti a luce artificiale anche fino a 24 ore al giorno. In questo modo, scardinando il ciclo sonno-veglia sono portati a mangiare di più e arrivare prima al peso ideale per andare al macello.
Spesso il sovraffollamento di broiler è talmente alto che questi polli hanno riportano fratture e ferite, camminano sui propri escrementi e sviluppano infezioni. Ben diversa invece la situazione dei polli tradizionali di qualità che vengono fatti crescere fino a 110 giorni contro i 40 dei broiler, non si trovano in capannoni ad alta densità e mangiano in modo più naturale.
Il costo finale del petto di pollo che compriamo è abbordabile, ma dietro c’è una vita di sofferenza senza contare che il sapore della carne è estremamente neutro.