Un cucciolo di bongo allo zoo di Opole: la specie è a rischio

Lo zoo di Opole, in Polonia, ha dato il benvenuto a un cucciolo di antilope bongo: la sua nascita è preziosa perché la specie è a rischio.

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Si chiama Pasaka ed è il nuovo nato nello zoo di Opole, centro della Polonia dove è venuto alla luce lo scorso aprile. Esattamente nella domenica di Pasqua, da cui il nome dallo swahili. Pasaka è un cucciolo maschio di bongo (Tragelaphus eurycerus) la cui nascita è stata accolta con particolare gioia dal momento che la specie è a rischio estinzione. Il piccolo e la madre Oriana stanno bene e sono già amatissimi nello zoo.

La popolazione di antilopi bongo, negli zoo del Paese, è pari a tredici esemplari mentre in natura se ne contano un’ottantina (ANSA). Numeri molto piccoli che rendono ancora più prezioso il fiocco azzurro di Opole. Ma come mai questa specie è a rischio? Il bongo è un’antilope che abita le foreste pluviali, soprattutto nel continente Africano, ed è fra gli animali più grandi della sua specie.

Animali erbivori, i bongo si cibano di foglie, cortecce, liane, radici, cereali e frutti oltre che di alberi in decomposizione. Dal 2000 sono inseriti nel Piano di Sopravvivenza delle Specie compilato dell’Associazione degli zoo e degli acquari negli USA e sono stati al centro di un fortunato progetto di ripopolamento. Ma non è bastato.

In Kenya, per esempio, i numeri parlano di un calo drastico degli esemplari a causa soprattutto della caccia illegale. Così, il bracconaggio – le pelli colorate, le corna ma anche la carne sono molto ricercate – si aggiunge ai predatori che normalmente si cibano di queste prede. Inoltre, a metterne in pericolo la sopravvivenza si aggiungono malattie come la peste bovina o il gozzo che ha effetti letale colpendo le ghiandole tiroidee.

Un altro motivo che spiega il pericolo di estinzione è il venire meno dei loro habitat naturali a causa del disboscamento. Visti i numeri esigui, non bastano le aree protette già istituite e gli zoo che ospitano le antilopi bongo in cattività: occorre fare di più.

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