Facciamo un attimo un gioco di immaginazione. Pensiamo ad un presente nel quale possiamo conoscere, con anni di anticipo, a quali malattie rischieremo di andare incontro nel corso della nostra vita. Sembra fantascienza totale, un romanzo utopico-distopico, un qualcosa di totalmente irreale. Ma è una prospettiva che oggi sta prendendo una forma concreta grazie ad una nuova intelligenza artificiale. Ma come funziona davvero? Ed è veramente in grado di dirci di quali disturbi potremmo soffrire?
- Decifrare la “grammatica” della salute: una nuova intelligenza artificiale ‘sa’ di che malattia ti ammalerai
- Previsioni mediche e limiti: questa intelligenza artificiale è davvero il futuro?
Decifrare la “grammatica” della salute: una nuova intelligenza artificiale ‘sa’ di che malattia ti ammalerai
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Si tratta di una nuova AI sviluppata dai ricercatori dell’European Molecular Biology Laboratory (Embl), insieme al German Cancer Center e all’Università di Copenaghen, e descritta sulle pagine di Nature.
Non che abbia una sfera di cristallo digitale, ma questa intelligenza artificiale si basa su un modello che analizza i dati riguardanti la salute di un dato pazienza per prevedere quali problemi potrebbero emergere nel corso della sua vita.
Il cuore del progetto è un algoritmo che funziona in modo simile a quelli che generano testi, come i modelli più comuni (ad esempio Gemini di Google o ChatGPT). Praticamente, invece di indovinare la parola più probabile in una frase, stima quale malattia potrebbe manifestarsi in futuro in base alla storia clinica di una persona.
Per addestrarla, gli scienziati hanno usato i dati della UK Biobank, un enorme archivio sanitario con informazioni su oltre 400mila cittadini britannici. In pratica, l’AI “legge” la cartella clinica di ciascun individuo come fosse un racconto: abitudini, diagnosi, risultati di analisi e fattori di rischio diventano elementi di una trama che consente di intuire come potrebbe proseguire la narrazione della salute di quel paziente. Non sorprende che sia stata definita capace di interpretare la vera e propria “grammatica della salute”.
Previsioni mediche e limiti: questa intelligenza artificiale è davvero il futuro?
Dopo la fase di addestramento, il modello è stato messo alla prova con altri database, inclusi i registri sanitari di quasi due milioni di cittadini danesi. I risultati sono stati promettenti: l’AI ha previsto con buona accuratezza l’insorgere di malattie come tumori, patologie cardiovascolari e sepsi.
Come per le previsioni meteo, però, l’affidabilità cresce nel breve termine: stimare il rischio di infarto entro un anno da parte del modello è più semplice che prevedere cosa accadrà fra dieci anni. Ma i risultati ci danno comunque una sorta di pattern indicativo da non sottovalutare affatto.
Al momento, tuttavia, l’utilizzo di questa tecnologia è destinato solo alla ricerca. I limiti sono evidenti: il campione di dati usato è troppo omogeneo (si tratta infatti prevalentemente di adulti europei di età compresa tra i 40 e i 60 anni), e non copre altre età o gruppi etnici. Tuttavia, secondo gli studiosi, il futuro ci presenterà nuove possibilità. I modelli simili a questo potrebbero personalizzare le cure, anticipare le epidemie e aiutare i medici a intervenire prima che i sintomi compaiano. Quella dell’AI non sarà una profezia infallibile, ovviamente, ma si tratta senza ombra di dubbio di un potente strumento per aiutarci a individuare eventuali problemi e, magari, a correggere per tempo il nostro stile di vita.