Le pigne sono tra gli elementi naturali più diffusi e affascinanti del nostro paesaggio, soprattutto nei boschi di conifere. Tutti le conosciamo come simboli dell’inverno e del Natale: diventano ghirlande, centrotavola, candele profumate o simpatici lavoretti scolastici. Eppure, dietro al loro aspetto legnoso e ornamentale, si nasconde una funzione sorprendente che pochi conoscono: le pigne sono veri e propri igrometri naturali, capaci di indicare i cambiamenti del tempo atmosferico.
- Un barometro che arriva dal bosco
- Come usarle a casa
- Un esperimento divertente per i più piccoli
- Dalle scuole ai balconi: il ritorno della pigna meteorologica
Un barometro che arriva dal bosco
Le pigne, che in realtà sono infiorescenze femminili legnose prodotte da alberi come abeti, pini e larici, hanno una struttura pensata dalla natura per proteggere i semi. Le loro scaglie, dette brattee, reagiscono in modo diretto all’umidità dell’aria. Se l’ambiente è asciutto e soleggiato, le brattee rimangono ben aperte, lasciando intravedere l’interno. Quando invece l’umidità aumenta e si avvicina la pioggia, si richiudono, proteggendo i semi dal rischio di marcire.
Un comportamento tanto semplice quanto ingegnoso, che permette alle pigne di funzionare come un piccolo strumento meteorologico. Non a caso, nelle tradizioni popolari di molti paesi, venivano appese fuori dalle case o dai balconi proprio per “prevedere” il tempo del giorno successivo.
Come usarle a casa
Fare di una pigna un indicatore naturale è facilissimo. Basta raccoglierne una durante una passeggiata nei boschi (meglio se già secca), pulirla e appenderla con un filo in terrazzo o in giardino.
- Se la pigna rimane aperta, il tempo sarà bello e asciutto.
- Se invece la vedrete chiudersi, potete aspettarvi pioggia o un aumento di umidità.
Un metodo a costo zero, ecologico e curioso, che incuriosisce adulti e bambini e permette di avvicinarsi in modo pratico alle meraviglie della natura.
Un esperimento divertente per i più piccoli
Proprio per spiegare ai bambini questo fenomeno naturale, il WWF propone un esperimento semplice e divertente che può trasformarsi in un’attività educativa e scientifica.
Occorrente:
- tre pigne secche di abete, pino o larice (meglio se dello stesso tipo),
- tre contenitori,
- acqua calda, acqua fredda e un timer.
Procedimento:
- Riempite un contenitore con acqua calda e un altro con acqua fredda, lasciando il terzo vuoto.
- Immergete una pigna in ciascun contenitore.
- Ogni 10 minuti osservate le pigne, annotando le differenze.
- Dopo un’ora, toglietele dall’acqua e confrontate i risultati.
Il comportamento che noterete è sorprendente: a contatto con l’umidità, le brattee si chiudono, ma con l’acqua fredda questo processo avviene molto più rapidamente. È la prova concreta che le pigne si “proteggono” in condizioni avverse, proprio come farebbero in natura quando arriva la pioggia o il freddo.
Questo piccolo esperimento non solo diverte i bambini, ma insegna loro i meccanismi con cui la natura si autoregola e difende i propri semi. Un modo intelligente per unire gioco, scienza e rispetto per l’ambiente.
Dalle scuole ai balconi: il ritorno della pigna meteorologica
Negli ultimi anni, con la crescente attenzione alla sostenibilità e al recupero dei saperi tradizionali, l’uso delle pigne come indicatori naturali del tempo sta tornando di moda. Non sostituiscono certo le previsioni scientifiche, ma rappresentano un modo poetico e sostenibile per osservare il mondo che ci circonda.