Dormire in una ex prigione nazista. Provate a uscire (se potete)

In Lettonia un'ex prigione nazista è stata tramutata in un albergo decisamente particolare. Per entrarvi sarà necessario firmare un accordo preciso.

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In Lettonia un’ex prigione nazista è stata tramutata in un albergo decisamente particolare. Per entrarvi sarà necessario firmare un accordo preciso.

In molti viaggiano andando alla ricerca di esperienze nuove, ben lontane dalla propria quotidianità. Una tipologia di viaggiatori che, nella maggior parte dei casi, non si limita a percorsi poco battuti, a caccia di scorci naturali, cercando con attenzione le esperienze più assurde che il mondo abbia da offrire.

Nell’ampia lista non può che rientrare il Karosta Hotel Prison. Siamo in Lettonia, per la precisione nella città di Liepaja, a circa 200km dalla capitale Riga. Si è deciso di sfruttare un ex prigione nazista (e poi sovietica) come attrazione turistica, scatenando non poche polemiche sul web.

Una notte al coperto, rinchiusi in una cella, circondati da finte guardie. Nessun comfort è garantito, dormendo su di un materassino gettato in terra, in uno spazio angusto. Da una notte al fine settimana, a seconda del proprio coraggio, con il personale autorizzato a portare avanti un trattamento dei detenuti il più possibile realistico. Chiudere gli occhi sarà reso ancor più difficile dai rumori strutturali della vecchia prigione e dalle storie dei locali, che ritengono il carcere sia infestato.

Agli ospiti verranno offerte celle con sbarre di ferro alla porta, apribili unicamente dall’esterno, un pavimento rigido, un materasso, delle coperte, una piccola credenza e dei servizi igienici. Il pasto è compreso nel prezzo, ma ovviamente si tenta anche in questo caso di rispettare la realtà storica, con razione minima e gusto discutibile.

Per entrare in un luogo di tortura e morte, dove in molti sono stati giustiziati nel corso degli anni, si dovrà firmare un vero e proprio contratto, consegnandosi di fatto alle guardie. Si dovranno accettare le condizioni del luogo, le limitazioni in fatto di cibo e ore di sonno, ma soprattutto le punizioni del personale, con umiliazioni ed esercizio fisico forzato.

L’accordo prevede l’accettazione di offese e la consapevolezza di punizioni rigide in caso di disobbedienza. Per molti si tratta di un modo per aggiungere un’esperienza al limite alla propria lunga lista. Per altri invece non è altro che una profonda offesa alla memoria di chi in quella prigione ha perso la vita. Le strutture naziste ancora in piedi dovrebbero essere sfruttate come monito, non attrazioni turistiche. Questo è il tema cruciale delle polemiche scatenate da questo carcere, che attrae anche per i propri costi ridotti. Una notte prevede infatti un esborso di appena 16 dollari.

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