Ghali presenta il suo nuovo singolo nel carcere di San Vittore

"I love you" non è solo un singolo, ma un progetto creato da Ghali per raccontare le storie di alcuni giovani detenuti del carcere di San Vittore

15 Marzo 2019

Ad un anno esatto dall’uscita di “Cara Italia“, Ghali torna con il nuovo singolo “I love you”. E per presentarlo, sceglie una location dal sapore speciale: il carcere di San Vittore.

I love you” viene descritto dal rapper 26enne come «una lettera d’amore a un carcerato immaginario. Un brano che ho voluto portare qui, in mezzo a chi la prigione la vive ogni giorno, per far sentire anche la loro voce, le loro storie». La scelta del carcere meneghino, infatti, non è stata affatto casuale: «Ho ricordi molto forti di quando da piccolo venivo a trovare mio padre che era recluso qui. » ha spiegato Ghali. Con lui, ci sono una sessantina di  detenuti e detenute under 25 con i quali ha trascorso parte delle sue giornate, facendosi raccontare storie e vicende personali poi raccolte in una serie di video pubblicati su Youtube.

‘I Love You’‘ non è infatti solo una canzone, bensì un progetto per far comunicare il carcere con il mondo esterno. L’intento è chiaro già dalla copertina del singolo: oltre all’immagine del moonwalk, il noto passo di danza di Michael Jackson, si vede una palla stroboscopica legata a una caviglia, e una fitta vegetazione dietro le sbarre. «Le piante rappresentano la voglia di vivere, di prosperare e di ballare che c’è in cella» racconta Ghali.

Intanto, alla presentazione del singolo, viene mostrato alla stampa anche il murales realizzato da Ghali e dall’artista napoletano Jorit nel cortile del carcere di San Vittore, che recita “La musica libera tutti”. Una parte dell’opera, dipinta su tela, verrà venduta all’asta, e i ricavati devoluti al reparto giovani detenuti del carcere (18-25 anni) e al reparto femminile: «È stato un anno di grandi soddisfazioni , per questo ho pensato di sfruttare questa attenzione. Volevo prendere le facce di questi ragazzi, le loro storie, e portarle fuori da qui» dice Ghali.

A un esatto dall’uscita di “Cara Italia”, il rapper accende quindi i riflettori sulle storie di questi giovani detenuti perché, spiega, « bisogna guardarsi a fianco prima di cercare di cambiare la testa di chi tra di noi non vuole mai scendere a giocare. Non ho ancora perso le speranze».

 

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