Dopo il caldo record di settembre e due settimane di temperature oltre la media del periodo autunnale anche ad ottobre, in Italia come in altri Paesi dell’Europa centro-occidentale, ecco il repentino cambiamento climatico, che muta radicalmente le condizioni meteo.
- Tromba d'aria sulla Costiera Amalfitana e ciclone in arrivo
- La prima bomba d'acqua d'autunno
- Il cambiamento climatico e gli uragani mediterranei
- 'Medicane': le zone più a rischio uragani
Tromba d’aria sulla Costiera Amalfitana e ciclone in arrivo
Un filmato spettacolare ed allo stesso tempo spaventoso quello diffuso in queste ore sui social, che ha documentato una tromba marina che si è formata in mare, lungo la costa amalfitana. Quel che si vede nel video è una colonna d’aria e acqua che si è alzata dal mare e raggiunge il cielo, mentre prosegue il suo percorso in acqua, dirigendosi verso terra. Il vortice, alla fine, si è infranto contro la scogliera tra il centro abitato di Maiori e la località Capo d’Orso, dove per fortuna non vi sono abitazioni, altrimenti avrebbe potuto provocare una catastrofe. Alla fine la tromba marina è andata dissolvendosi letteralmente.
Suggestivo il colpo d’occhio nei video e nelle foto catturate dagli smartphone e subito divenute virali. La tromba marina non è stata l’unica di queste ore in Campania, dove la perturbazione ha dato vita a più vortici davanti alla costa del Golfo di Salerno; sulla base dei fenomeni previsti e ancora in atto, in Campania vige un avviso di allerta meteo gialla della Protezione Civile, inoltre sono previsti rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento.
Su tutta l’Italia è in corso una forte fase di maltempo, che nelle prossime ore peggiorerà, per cui ci attendiamo tanta pioggia, neve e locali nubifragi. La ragione va ricercata nella presenza di un vortice ciclonico che proprio in queste ore colloca il suo centro motore all’altezza del segmento centrale tirrenico dove sfrutta l’energia offerta da un mare ancora caldo per il periodo.
Sono segnalate piogge a tratti forti tra le Marche, l’Umbria, l’Abruzzo e il Molise. Moderati fenomeni sono in atto inoltre nel sud della Toscana e sui litorali del Lazio. Da segnalare inoltre la neve che al momento imbianca gli Appennini sopra i 1600/1700 metri di quota. Sempre in queste ore una parte del maltempo si sta comunque spostando anche verso le regioni del Sud dove alcune piogge interessano l’area orientale della Sicilia, la Calabria tirrenica e il distretto centrale della Puglia.
Al contrario, il Nord sta vivendo un miglioramento delle condizioni meteorologiche, sebbene in un clima più freddo. Questo è dovuto alle schiarite che hanno permesso una più rapida dispersione del calore accumulato durante il giorno, portando a un abbassamento delle temperature più vistoso.
La prima bomba d’acqua d’autunno
Una profonda circolazione ciclonica in evoluzione a ovest del Portogallo, sta portando Babet, una depressione extra-tropicale che alimenta un intenso sistema frontale atlantico, sulla zona Mediterranea: nel corso delle prossime ore dobbiamo attenderci che la tempesta Babet invada la regione alpina e l’Italia intera.
La perturbazione raggiungerà l’Italia a partire dalle prime ore di venerdì, e attraverserà la Penisola entro la fine della giornata di sabato. Le regioni più colpite da questo periodo di maltempo saranno quelle settentrionali e tirreniche, dove le precipitazioni, comprese piogge intense, rovesci e temporali locali, si prevede siano particolarmente abbondanti. Dovremo fare molta attenzione alle zone prealpine, alla Liguria e all’alta Toscana, dove si prevedono situazioni critiche a causa delle precipitazioni abbondanti e dei nubifragi, con accumuli previsti tra 100 e 150 millimetri in meno di 48 ore.
Inoltre, i venti di Scirocco soffieranno con notevole intensità, con raffiche che potrebbero raggiungere i 70-80 chilometri all’ora, ma con picchi vicini ai 100 km/h in Sardegna, Liguria e lungo l’Appennino. Questo aumento dell’intensità dei venti avrà un impatto sul moto ondoso dei mari, con onde che potrebbero raggiungere altezze di 4-5 metri e un rischio di mareggiate lungo le coste esposte. L’aria calda associata a questa corrente di Scirocco porterà temporaneamente un aumento delle temperature al Centro-Sud, con la possibilità di superare nuovamente i 30 gradi Celsius. Tuttavia, si prevede un rapido calo delle temperature nel corso del fine settimana.
Il cambiamento climatico e gli uragani mediterranei
Il cambiamento climatico è un fenomeno naturale che ha interessato il nostro pianeta per milioni di anni, ma ciò che sta accadendo ora è senza precedenti nella storia recente. Le emissioni di gas serra, in particolare la CO2, causate dalle attività umane, come la combustione di combustibili fossili come petrolio e carbone, sono responsabili dell’aumento delle temperature globali. Questo è stato confermato nel rapporto dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, che ha ottenuto il consenso del 99% degli scienziati di tutto il mondo.
Il risultato di questo riscaldamento globale è un aumento della temperatura media della Terra, che ha un impatto diretto sul clima italiano. Una delle conseguenze più evidenti è l’aumento dell’evaporazione dell’acqua dagli oceani e dai mari, portando a una maggiore umidità in atmosfera. Questo, a sua volta, aumenta il rischio di eventi meteorologici estremi come uragani e alluvioni in alcune regioni del mondo, compresa l’Italia.
‘Medicane’: le zone più a rischio uragani
Una nuova preoccupazione meteo è rappresentata dai cosiddetti “Medicane”, cioè gli uragani mediterranei. Questi eventi meteorologici estremi sono simili agli uragani tropicali e possono essere altrettanto violenti. Si formano principalmente durante la stagione autunnale, quando le temperature superficiali del Mediterraneo raggiungono il loro picco massimo.
La loro formazione è caratterizzata da un “cuore caldo” e da una grande potenza, spesso accompagnata da tempeste e venti molto forti. Questi uragani mediterranei sono un altro segno del cambiamento climatico in atto e rappresentano una minaccia crescente per le regioni costiere dell’Italia e del Mediterraneo. Possono formarsi principalmente nelle regioni costiere del Mar Mediterraneo. Le zone dell’Italia più suscettibili alla formazione di Medicane includono:
- La costa ionica dell’Italia, che si estende lungo regioni come la Calabria, la Basilicata e parte della Sicilia orientale, è particolarmente a rischio per la formazione di uragani mediterranei. Le acque calde e la configurazione geografica favoriscono la generazione di queste tempeste.
- Anche il Mar Tirreno, che bagna le coste occidentali dell’Italia, potrebbe essere interessato dalla formazione di Medicane, sebbene in misura minore rispetto alla regione ionica. Le zone costiere della Campania, della Calabria occidentale e della Sicilia occidentale sono a rischio.
- Anche le regioni costiere dell’Adriatico, come le Marche, l’Abruzzo, la Puglia settentrionale e il Molise, potrebbero essere influenzate da eventi meteorologici estremi, sebbene i Medicane siano meno comuni in questa zona d’Italia.