Negli ultimi giorni l’Emilia Romagna così come le Marche sono ostaggio di un alluvione che sta impressionando l’Italia intera e ha già fatto scattare la gara di solidarietà per aiutare le popolazioni colpite. E ancora una volta, purtroppo, si riaccende il faro sul problema e su quanto (e se) sia possibile prevenirlo in modo da non dover assistere ogni volta a scene di disperazione e di distruzione. Questo, infatti, non è semplicemente maltempo.
Che cosa sta succedendo in Emilia Romagna
L’Emilia Romagna è ormai diventata un fiume unico a causa delle abbondanti piogge, ma anche di frane e allagamenti che hanno, al momento, causato la morte di 9 persone con migliaia di individui che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. E il bilancio è destinato a salire. Nel frattempo l’allerta continua, perché sfortunatamente sono previste piogge anche nelle prossime ore. Le immagini sui social e ai telegiornali stanno commuovendo una nazione intera, ma ormai sempre più spesso il Bel Paese si trova a dover fare i conti con queste catastrofi naturali. Da una parte il clima ormai impazzito e che mostra tutta la sua imprevedibilità, dall’altra ci si interroga su eventuali responsabilità politiche. Quel che è certo è che bisogna fare di tutto per evitare che simili tragedie continuino a verificarsi e a manifestare tutta la loro drammaticità in queste proporzioni.
Le regioni più a rischio secondo l’ISPRA
A tal proposito l’ISPRA, acronimo che sta per Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha elaborato cinque indicatori nazionali di rischio per frane e alluvioni relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali. Lo scopo è quello di dare un importante strumento conoscitivo a supporto delle politiche nazionali di mitigazione.
I dati forniti dall’ISPRA
Quel che emerge è che la popolazione a rischio frane in Italia residente nelle aree a pericolosità PAI elevata e molto elevata (P3+P4) è risultata pari a 1.303.666 abitanti (2,2% del totale); quella a rischio alluvioni nello scenario di pericolosità idraulica media P2 a 6.818.375 abitanti (11,5%). Ma quali sono le regioni che purtroppo hanno i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni? La già citata Emilia-Romagna, ma anche Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Liguria.
Le famiglie che si trovano a rischio frane e alluvioni sono rispettivamente 547.894 e 2.901.616. Su un totale di oltre 14,5 milioni di edifici, quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono 565.548 (3,9%), quelli invece che si trovano in aree allagabili nello scenario medio sono 1.549.759 (10,7%).
Le industrie e i servizi ubicate in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, prosegue l’ISPRA, sono 84.441 con oltre 220.000 addetti esposti a rischio. Sono esposte al pericolo di inondazione nello scenario medio 642.979 unità locali di impresa (13,4% del totale).
I Beni Culturali potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono 12.533 nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata; raggiungono complessivamente 38.153 unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I monumenti a rischio alluvioni sono 33.887 nello scenario a pericolosità media e raggiungono i 49.903 in quello a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi.