Dieta, il farmaco ‘rivoluzionario’: quanto puoi perdere in 1 anno

Destinato alle persone che soffrono di obesità, questa molecola promette di migliorare la qualità della vita se assunto correttamente.

Pubblicato:

Gli studi sull’alimentazione impegnano quotidianamente la scienza e gli esperti, soprattutto per inquadrare un regime che salvaguardi la salute e aiuti a raggiungere la longevità. In questo senso, parlare di diete e di dimagrimento deve essere inteso come uno stile che coinvolge la tavola ma anche le abitudini di ogni giorno, a partire dall’attività fisica. È il quadro completo, infatti, a migliorare non solo il proprio benessere ma anche la linea e ogni passo richiede impegno e costanza.

Per questo motivo, è bene fare attenzione a tutti quei prodotti che vengono pubblicizzati come miracolosi, capaci di farci raggiungere il peso ideale semplicemente con la loro assunzione. È sempre necessario, infatti, abbinare eventuali farmaci o integratori a un corretto di stile di vita per ottimizzare i risultati e prolungarli efficacemente nel tempo. Ora, tra gli ultimi ritrovati su cui i medici stanno dibattendo, c’è un farmaco che potrebbe presto rivoluzionare il mercato nel Regno Unito con l’avvallo del sistema sanitario nazionale.

La molecola in questione si chiama semaglutide ed è un ormone iniettabile che lavora come soppressore dell’appetito. In mano a diversi i marchi, il farmaco – con l’approvazione del National Institute for Health and Care Excellence – dovrebbe essere reso disponibile dal SSN oltremanica per i pazienti che combattono con una condizione di obesità. Stando agli studi, questo medicinale ‘rivoluzionario’ riuscirebbe a far perdere mediamente il 12% del peso corporeo nell’arco di 68 settimane.

Si tratta, quindi, di un farmaco di cui non si deve abusare e che, tuttavia, rischia di essere prescritto con troppa leggerezza anche a chi è semplicemente in sovrappeso. L’azienda che produce la molecola, proprio per questo motivo, fornisce indicazioni precise riguardo posologia e dosaggio, consigliandolo solo a chi abbia un indice di massa corporea (BMI) di almeno 35. A questo si deve aggiungere la presenza di complicazioni legate all’obesità, quali diabete, ipertensione e patologie cardiache. Se assunto correttamente, per un massimo di due anni unitamente a una dieta ipocalorica e a una moderata attività fisica, potrebbe davvero salvare la vita dei soggetti più fragili.

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti