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Morta a 128 anni, la dieta speciale da farla vivere così a lungo

Ci ha lasciato la ‘donna più anziana del mondo’, che ai media aveva raccontato le sue abitudini a tavola in 128 anni di vita.

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Quello di Johanna Mazibuko non è un nome sconosciuto a queste pagine, dal momento vi abbiamo raccontato di lei già in passato. Si tratta(va) della donna più anziana del mondo che lo scorso 11 maggio ha spento ben 128 candeline. A quanto si apprende dai media locali, la signora, originaria del Sudafrica e madre di sette figli, è morta nella sua casa di Jouberton dopo essere stata colpita da quello che si ritiene essere stato un ictus. Nata nel lontano 1894, Johanna viene ora pianta non solo dalla sua famiglia ma da un’intera comunità che l’ha considerata come una madre.

“Ci piaceva pregare insieme e trascorrevamo la maggior parte delle nostre giornate bevendo tè e chiacchierando”, ha dichiarato la nuora Thandiwe Wesinyana alla stampa, come riporta il ‘Daily Star’. E prosegue: “Non so più con chi mi divertirò. Si è aperta una ferita, il mio cuore sta soffrendo e sono a pezzi. La comunità intera è addolorata, abbiamo tutti perso una madre”. Proprio in occasione del 128° compleanno, Johanna era stata intervistata e si era detta stupita di aver vissuto tanto a lungo.

Impossibile, quindi, non cercare di scoprire quale fosse il suo elisir di lunga vita oltre, ovviamente a un corredo genetico particolarmente fortunato. Per quanto riguarda la sua alimentazione, la donna aveva raccontato come le sue abitudini alimentari risalissero alla sua infanzia, trascorsa in condizioni molto umili ma con grande serenità. Fin dalla sua giovinezza, dunque, Johanna aveva sempre conosciuto una tavola frugale, con piatti semplici nei quali non mancavano mai latte fresco e spinaci rigorosamente selvatici.

Nel tempo, poi, erano arrivati cibi più moderni ma la signora ha sempre amato i piatti della tradizione locale. Spunta, poi, un dettaglio. Nei ricordi della donna erano ben vividi i giorni in cui un’infestazione di locuste costrinse l’intera famiglia a cibarsi di quelle. Cosa che in tempi in cui si parla di farina di grillo, in fondo, non desta neppure troppo disgusto. “Era come mangiare carne – spiegava – le friggevamo e le mangiavamo così”.

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