La comunità scientifica è in fermento per via di una scoperta straordinaria: una gigantesca struttura cosmica, una formazione nello spazio così vasta da essere tra le più grandi mai osservate e che, con il suo comportamento rotatorio e la disposizione delle galassie al suo interno, sembra essere la base per un quesito di portata sempre più ampia. È forse la chiave per comprendere in che maniera si è formata la Via Lattea?
- La straordinaria scoperta di un gigantesco filamento cosmico
- Una possibile chiave per capire la nascita della Via Lattea
La straordinaria scoperta di un gigantesco filamento cosmico
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. La struttura appena individuata non è una semplice sequenza di galassie: è un lunghissimo filamento di gas, materia oscura e oltre 280 galassie distribuite lungo una linea di circa 50 milioni di anni luce.
Per capirne la scala, basta pensare che è come mettere in fila più di 500mila Via Lattea una accanto all’altra. Eppure, ciò che rende questo filamento davvero sorprendente è la sua rotazione. Gli astronomi hanno osservato che l’intera struttura ruota attorno al suo asse, come un enorme mattarello cosmico che gira nello spazio. La velocità di rotazione è impressionante: oltre 396mila km/h, abbastanza da coprire la distanza Terra-Luna in meno di un’ora.
Questa scoperta nasce da osservazioni raccolte con alcuni dei telescopi più potenti al mondo e analizzate da un team internazionale di ricercatori. La conferma della rotazione è arrivata monitorando 14 galassie ricche di idrogeno distribuite lungo il filamento, osservate non solo in due dimensioni ma ricostruite anche in 3D. Grazie a questa visualizzazione più completa, i ricercatori hanno potuto rilevare che le galassie ai margini del filamento si muovono in direzioni speculari, un segnale inequivocabile di rotazione.
Ma non basta: molte di queste galassie ruotano nella stessa direzione del filamento stesso. Secondo i ricercatori, non si tratta affatto una coincidenza. Significa che la struttura cosmica potrebbe aver influenzato direttamente la nascita e il movimento delle galassie al suo interno. “È come la giostra delle tazze di un luna park – spiega la coautrice Lyla Jung – ogni galassia è una tazzina che gira su se stessa, mentre l’intera piattaforma ruota”.
Una possibile chiave per capire la nascita della Via Lattea
Perché questa scoperta è così importante? Perché questi filamenti non sono entità rare: compongono ciò che gli astronomi chiamano rete cosmica, lo scheletro su cui l’universo è costruito.
Le regioni dove i filamenti si incrociano sono i luoghi dove si formano le galassie più grandi e massicce, come la nostra Via Lattea. Studiare un filamento giovane e relativamente indisturbato — come quello appena individuato — permette quindi agli scienziati di osservare una sorta di fotografia dell’universo primordiale.
Come abbiamo accennato, le galassie osservate nel filamento sono ricche di idrogeno, il carburante per la formazione stellare. Segno che siamo davanti a una struttura ancora in evoluzione, un luogo in cui il processo di costruzione di sistemi stellari è tutt’altro che finito.
Secondo i ricercatori, questi dati potrebbero finalmente aiutarci a capire da dove proviene la rotazione della Via Lattea: si è formata spontaneamente? O ha ereditato il suo movimento dalla struttura cosmica che l’ha generata — proprio come le galassie osservate in questo filamento?
La risposta non c’è ancora, ma per la prima volta abbiamo un indizio concreto: la rotazione delle galassie potrebbe non essere casuale, ma guidata dalla geometria dell’universo stesso.
Una sorta di eco meccanico della nascita del cosmo.
Il prossimo passo sarà osservare altri filamenti simili e confrontare i modelli con simulazioni cosmologiche avanzate. Se lo schema si ripeterà, potremmo essere a un passo dalla risposta a una delle domande più antiche dell’astronomia: come nasce una galassia?