La materia oscura e l’energia oscura sono da decenni tra i misteri più affascinanti dell’universo. Gli scienziati più importanti di queste discipline stimano che esse costituiscano circa il 95% del cosmo, lasciando alla materia ordinaria – atomi, pianeti, stelle e noi stessi – appena il 5%. Eppure, nonostante enormi investimenti e progetti di ricerca globali, nessuno è mai riuscito a osservare direttamente queste entità misteriose. Almeno fino ad ora, ma all’orizzonte ci sono idee interessanti.
- La proposta di Rajendra Gupta
- Dall'alpha–materia all'alpha–energia
- Il problema delle galassie e la velocità delle stelle
- Una sfida al consenso scientifico
- Le critiche e i dubbi
- Un universo ancora misterioso
La proposta di Rajendra Gupta
Secondo il professor Rajendra Gupta, fisico dell’Università di Ottawa, la ragione è semplice: materia ed energia oscura non esistono. In un recente studio, lo scienziato sostiene che gli effetti attribuiti a queste ipotetiche sostanze sarebbero in realtà il risultato di forze fondamentali dell’universo che cambiano nel tempo.
Le cosiddette costanti fisiche – come la velocità della luce o la forza di gravità – non sarebbero così costanti come si è sempre creduto, ma varierebbero con l’evoluzione del cosmo.
Dall’alpha–materia all’alpha–energia
Inserendo queste variazioni nelle equazioni di Einstein, Gupta dimostra come emergano due nuove grandezze matematiche: la alpha–materia e la alpha–energia.
Queste due entità si comportano esattamente come la materia e l’energia oscura previste dal modello standard, ma senza introdurre particelle esotiche mai osservate.
Secondo il professor Gupta, nelle regioni dove la materia è molto concentrata – come al centro delle galassie – la fisica funziona come previsto. Ma ai margini, dove la densità cala, le costanti si indeboliscono e diventano percepibili gli effetti della alpha–materia.
Il problema delle galassie e la velocità delle stelle
Negli anni ’70, l’astronoma Vera Rubin notò che le stelle ai margini delle galassie ruotavano molto più velocemente del previsto. Per spiegare questo fenomeno venne introdotta l’ipotesi della materia oscura.
Gupta propone invece che il comportamento anomalo non sia dovuto a una misteriosa sostanza invisibile, ma proprio al cambiamento delle costanti fondamentali.
Una sfida al consenso scientifico
Il modello di Gupta riproduce con successo le curve di rotazione di sette galassie osservate, prevedendo anche un valore critico – la cosiddetta densità di spegnimento – oltre la quale la fisica convenzionale lascia spazio agli effetti della alpha–materia.
Se confermata, questa teoria permetterebbe di eliminare materia ed energia oscura dai modelli cosmologici, riscrivendo la nostra comprensione dell’universo.
Le critiche e i dubbi
Il problema principale della teoria è che, al momento, non esistono prove che le costanti universali siano davvero variabili. Tutte le osservazioni – anche di oggetti antichissimi come i quasar – indicano che i valori di queste costanti siano rimasti invariati fin dall’alba del cosmo.
Molti scienziati ritengono quindi che l’ipotesi di Gupta, pur affascinante, richieda evidenze molto più solide prima di mettere da parte oltre mezzo secolo di ricerche.
Un universo ancora misterioso
Che la materia oscura sia reale o solo un’illusione matematica, il dibattito scientifico internazionale resta del tutto aperto. Ma la teoria di Rajendra Gupta ci ricorda che la scienza vive di domande e di sfide al pensiero comune.
Per ora, però, la maggior parte della comunità scientifica continua a considerare la materia oscura come la migliore spiegazione disponibile per tutti i fenomeni osservati.