In queste 2 città si morirà per caldo e smog nei prossimi 30 anni

Due città italiane sono così inquinate che in futuro si potrà morire a causa delle alte temperature e dell’aria sporca

15 Luglio 2022

Se ancora non fosse chiaro a tutti, la crisi climatica non è solo un problema di paesi lontani come Cina, India o Pakistan alle prese quest’anno con temperature infernali: in un futuro molto prossimo anche l’Italia sarà inclusa tra i paesi che vedranno aumentare i decessi per cause ambientali. E con cause ambientali intendiamo inquinamento atmosferico, freddo insopportabile e caldo torrido.

Sulla rivista Science Direct è stato pubblicato uno studio realizzato dall’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) dai risultati preoccupanti, peggio ancora inquietanti.

Entro il 2050, vale a dire tra meno di 30 anni, due città italiane – Roma e Milano – saranno ancora più invivibili e porteranno soprattutto i soggetti considerati altamente fragili come gli over85 a morire di caldo, di freddo o di smog.

In particolare dalle analisi effettuate nella ricerca, si ipotizza un aumento della mortalità dell’8% a Roma e del 6% a Milano.

La Capitale “ha temperature più miti, un basso livello di umidità e alti livelli di ozono, mentre Milano, che si trova in una delle aree più inquinate d’Europa come la Pianura Padana, è esposta a temperature più fredde, ha un tasso di umidità più alto e venti più moderati, insieme ad alti livelli di PM10” ha spiegato Maurizio Gualtieri, ricercatore del Laboratorio Inquinamento Atmosferico dell’ENEA.

Basti pensare che “il particolato atmosferico è riconosciuto come agente cancerogeno e rappresenta la prima causa ambientale di mortalità”.

Si prevede che a Roma – nei mesi estivi dove le temperature future saranno ancora più proibitive delle attuali – saranno 591 i decessi “ambientali”, mentre a Milano si toccheranno il 1787 decessi nei mesi invernali per via del clima più rigido e delle più alte concentrazioni di sostanze inquinanti e tossiche che peggioreranno patologie respiratorie e cardiovascolari.

La situazione tratteggiata dalle indagini di ENEA si somma alla grave crisi idrica che l’Italia sta già affrontando da qualche settimana con il Po sempre più salato e il Tevere sempre più secco.

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