Leonardo da Vinci era strabico e così scoprì la profondità

I problemi di vista che hanno ispirato Leonardo: la nascita di un mito legata al suo strabismo

20 Ottobre 2018

Tutti, nel mondo, conoscono Leonardo Da Vinci. Pittore, scrittore, inventore, scienziato.

È passato alle cronache della storia per aver compiuto gli studi più approfonditi sul corpo umano della sua epoca, per l’invenzione di macchinari sfruttati ancora oggi in arte bellica e per alcuni dei dipinti più celebri di sempre.

Tra questi, spicca la Gioconda: il ritratto più famoso e discusso del globo, conservato a Parigi, nel museo del Louvre.
La Monnalisa, l’altro nome con cui è conosciuta l’opera, è da sempre al centro di un dibattito feroce, soprattutto quando si parla della dama in essa ritratta. La tradizione vuole che il soggetto dell’opera fosse Isabella Gherardini, mentre altri attestano che il quadro sia stato dipinto ispirandosi a Caterina Sforza o Isabella d’Aragona.

Sono molteplici le donne della storia a cui il famoso volto è stato attribuito, forse per il loro carattere forte, o forse per l’alone di mistero che la Gioconda porta con sé.

In ogni caso, questo mistero rende tutto più romantico. Esiste anche una corrente di pensiero secondo cui, dietro la Monnalisa, si celi il volto dello stesso Leonardo.

Da oggi, questa tesi ha un nuovo tassello su cui poggiare le proprie fondamenta. Pare, infatti, che Leonardo da Vinci soffrisse di strabismo.
L’extotropia è un particolare difetto che si presenta a fasi alterne durante il corso della vita di una persona affetta da questo disturbo.

In particolare, pare che il genio da Vinci abbia subito, durante il corso della sua vita, diversi passaggi di questo disturbo, che gli permettevano di passare da una fase bioculare ad una monoculare.

Tramite l’analisi di queste due fasi, l’inventore avrebbe così scoperto il segreto della profondità, dotando così le proprie opere di quella particolare vena realistica che ha reso Leonardo famoso in tutto il mondo.
Anche altre grandi celebrità della pittura, nei secoli successivi, hanno sofferto di questa patologia: da Munch a Picasso, da Monet a Van Gogh. La storia dell’arte è piena di pittori dotati di questa “particolarità”, e forse a questa devono parte del loro talento e del loro successo.

Ognuno col proprio stile, con le proprie influenze artistiche, e con la propria unicità, ma con questo, particolare, punto in comune.
Un ultima nota a margine: pare che anche la Gioconda soffra di una leggera forma di strabismo. Avete ancora dubbi sul soggetto ritratto?

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