Moderno e insieme tradizionalista, italiano eppure esterofilo: descrivere Luca Guadagnino non è affatto semplice, soprattutto perché questo regista sfugge a tutte le regole del nostro cinema. Negli ultimi anni ha realizzato moltissimi film importanti, che hanno avuto un grande successo all’estero, ma che sono passati quasi inosservati nel nostro Paese. Il motivo? Nonostante giri le sue pellicole quasi sempre in Italia, Guadagnino non realizza mai dei film “italiani”.
Può sembrare un controsenso, ma quello che lo rende rivoluzionario e diverso da tutti è proprio questo. Negli anni ha realizzato pellicole come “A Bigger Splash” e “Io sono l’amore”, produzioni grosse con attori americani come Tilda Swinton e Dakota Johnson, ma non ha ottenuto mai il sostegno da parte del Bel Paese, sia per quanto riguarda il pubblico che l’industria cinematografica.
Per comprendere meglio la questione, i film del creatore di “Call me by your name” sono considerati al pari delle pellicole indie statunitensi: belle, particolari, ma troppo diverse per divenire materia di attualità e creare un dibattito sociale in televisione e sui giornali. Negli anni queste condizioni hanno consentito a Luca Guadagnino di divenire uno dei registi italiani di maggiore successo all’estero, in grado di “fare a meno” dell’Italia per quanto riguarda non solo la fama, ma anche la diffusione dei suoi lavori.
Secondo molti la colpa di tutto questo sarebbe il carattere spinoso del regista, per altri subirebbe ancora le conseguenze per aver esordito con il film “Melissa P.”, adattamento dell’omonimo romanzo. Fatto sta che questo cortocircuito ha reso l’arte di Guadagnino particolare e unica nel suo genere. I film che realizza vengono girati e prodotti fra l’Italia e l’estero, sceglie attori di varie nazionalità e anche le sue idee esprimono un’ispirazione cosmopolita.
Una doppia anima, quella di Guadagnino, che si esprime anche nello stile dei suoi film, al tempo stesso moderni e tradizionali. Si ispira al cinema di Bernardo Bertolucci più di qualsiasi altro regista italiano, ma collabora anche con Walter Fasano, il suo montatore di fiducia che conferisce un tratto fuori dal comune alle pellicole.