La NASA costruirà uno scudo spaziale per gli asteroidi

L'agenzia spaziale nordamericana sta elaborando un sistema volto a deviare l'orbita di asteroidi potenzialmente pericolosi: ecco come funzionerà

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Uno scudo spaziale per proteggere la Terra dalla possibilità che venga colpita da pericolosi asteroidi: è quanto ha intenzione di fare la NASA con un programma battezzato come DART (Double Asteroid Redirection Test). Ma di cosa si tratta con precisione? A cosa servirà questa protezione?

Cominciamo con il precisare che il programma DART non costruirà un vero e proprio scudo di protezione, né un fantascientifico raggio laser per neutralizzare gli asteroidi. L’obiettivo è quello di mettere in orbita un dispositivo che riesca a deviare l’orbita di eventuali corpi spaziali in rotta verso la Terra.

In poche parole, lanciando un’astronave contro un asteroide, si cercherà di deviarne l’orbita per fare in modo che non colpisca il nostro pianeta. Il primo lancio di questo tipo verrà effettuato nei prossimi giorni e avrà come obiettivo Dimorphos, un asteroide non pericolo per la Terra e che si presta molto bene a un test di questo tipo. Almeno per fare in modo che, il giorno in cui dovesse arrivare un asteroide davvero pericoloso, avremo già un piano per redirigerlo altrove.

Secondo il programma della NASA, questi dispositivi di protezione serviranno dunque a spostare l’orbita di tutti gli asteroidi o comete che abbiano un diametro di più di 140 metri e che si avvicinano al nostro Pianeta ad una distanza ritenuta particolarmente pericolosa.

Al momento, però, niente paura. Non c’è nessun oggetto spaziale tanto pericoloso né tanto vicino alla Terra, ma l’operazione dell’agenzia spaziale statunitense è soltanto precauzionale.

Tra l’altro, l’eventualità è anche parecchio lontana: si stima che nei prossimi 100 anni non avverranno impatti significativi. Per dirla in breve, non ci sono asteroidi conosciuti che possono colpire la Terra in maniera irreparabile. Il problema, però, sta tutto lì. Potrebbero infatti esserci anche asteroidi che i nostri scienziati non sono ancora stati in grado di rilevare. Meglio organizzarsi per tempo, dunque. O no?

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