Neuralink, l’ambiziosa compagnia di neurotecnologie fondata dal magnate Elon Musk, ha finalmente ottenuto l’approvazione per la sperimentazione umana del suo microchip cerebrale. Tuttavia, ci sono alcune ombre che circondano l’azienda, comprese le preoccupazioni sulla sicurezza e un’inchiesta in corso riguardo alla perdita di numerose cavie animali durante le fasi di sperimentazione.
- Gli ultimi sviluppi e la corsa verso il futuro
- Chi è il candidato ideale di Neuralink
- Le sperimentazioni con le scimmie: rischi e complicazioni
- Lo scopo della ricerca di Elon Musk
- La verità sulla fine delle scimmie usate negli esperimenti di Neuralink
- Le opinioni controverse sul progetto di Elon Musk
Gli ultimi sviluppi e la corsa verso il futuro
Nonostante le preoccupazioni etiche e i rischi, migliaia di persone si sono già offerte come volontari per essere tra i primi a testare il rivoluzionario dispositivo di Neuralink. La lista d’attesa è incredibilmente lunga, e la speranza dei candidati è di essere tra i primi 11 fortunati selezionati per ricevere gli impianti nel 2024. Bloomberg riporta che l’azienda ha l’obiettivo ambizioso di coinvolgere fino a 22.000 persone nelle sperimentazioni entro il 2030.
Chi è il candidato ideale di Neuralink
Neuralink ha iniziato il reclutamento a settembre 2023, specificando la ricerca di individui con paralisi agli arti causata da lesioni spinali o affetti da Sla. L’azienda mira a creare una simbiosi tra l’uomo e la macchina, offrendo una potenziale soluzione per superare la paralisi. Tuttavia, la riuscita di tale esperimento rimane ancora da dimostrare, e molte incognite circondano questo ambizioso progetto.
Le sperimentazioni con le scimmie: rischi e complicazioni
La sperimentazione del microchip cerebrale non è una novità, e le fasi preliminari hanno coinvolto cavie animali. In particolare, l’azienda è finita sotto i riflettori per l’inchiesta riguardante la morte di 1.500 esemplari durante le fasi di test. Questi risultati sollevano dubbi sulla sicurezza del dispositivo, poiché anche gli impianti meno invasivi hanno generato in passato cambiamenti cognitivi significativi, rischi di tentato suicidio e stati dissociativi negativi.
Neuralink prosegue con la sperimentazione umana ma è cruciale mantenere un approccio cauto e ponderato. La connessione diretta tra il cervello umano e la tecnologia apre nuovi orizzonti, ma i rischi potenziali richiedono una valutazione accurata e una vigilanza costante da parte della comunità scientifica e della società nel suo complesso.
Lo scopo della ricerca di Elon Musk
Nonostante le controversie e le reazioni negative che hanno circondato il progetto Neuralink fin dall’inizio, Musk è determinato a portarlo avanti. Il magnate della tecnologia è alla ricerca di persone disposte a partecipare a uno studio che coinvolgerà un robot incaricato di impiantare un microchip direttamente nel loro cervello. Questo chip è progettato per consentire ai pensieri delle persone di controllare un cursore o una tastiera di computer, aprendo la porta a nuove possibilità per le persone con disabilità fisiche.
La decisione di Musk di cercare volontari per questo studio arriva dopo che un comitato di revisione indipendente ha approvato i test su persone affette da lesioni del midollo spinale cervicale o dalla sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Inoltre, persone con patologie come la paralisi potrebbero essere incluse nello studio. Secondo Musk, questa tecnologia potrebbe consentire a chiunque soffra di paralisi di utilizzare uno smartphone con la mente più rapidamente di chi usa le mani.
Il processo di reclutamento dei partecipanti allo studio è stato avviato, e si prevede che durerà circa sei anni. Durante lo studio, un robot altamente specializzato si occuperà dell’impianto del microchip direttamente nella regione cerebrale responsabile dell’intenzione di muoversi. Questo rappresenta un passo avanti significativo nel campo dell’interfaccia cervello-computer, con l’obiettivo finale di consentire ai partecipanti di controllare dispositivi informatici con il potere della loro mente.
Va notato che Neuralink ha ottenuto l’autorizzazione della FDA per condurre il suo primo studio clinico sull’uomo, sebbene il numero di partecipanti previsti non sia stato reso pubblico. Questa autorizzazione è stata concessa dopo un periodo di preoccupazioni legate agli esperimenti sugli animali effettuati dall’azienda.
La verità sulla fine delle scimmie usate negli esperimenti di Neuralink
Elon Musk ha fatto delle dichiarazioni sorprendenti riguardo agli esperimenti condotti da Neuralink sulle scimmie. Tuttavia, le informazioni recentemente emerse, ottenute grazie a un’indagine condotta da Wired e alle testimonianze di un ex dipendente, sollevano gravi preoccupazioni riguardo alla sicurezza degli impianti cerebrali sviluppati dall’azienda biotech.
Inizialmente, Musk aveva dichiarato su X che le scimmie coinvolte negli esperimenti erano “terminali” e “già vicine alla morte” al momento dell’installazione degli impianti cerebrali di Neuralink. Egli aveva sostenuto che nessuna di queste scimmie era deceduta a causa degli impianti stessi. Tuttavia, le nuove informazioni raccolte suggeriscono una versione dei fatti ben diversa da quella presentata dal carismatico imprenditore.
Secondo quanto riportato da Wired e da un ex dipendente dell’azienda, una dozzina di scimmie coinvolte negli esperimenti di Neuralink ha sofferto di gravi conseguenze dopo l’installazione degli impianti cerebrali. Queste conseguenze includono il gonfiore del cervello, la paralisi parziale e l’infezione nei punti in cui gli impianti erano stati inseriti. E, nei casi più gravi, le scimmie sarebbero impazzite a causa dei danni celebrali ricevuti, dovendo essere soppresse.
La testimonianza dell’ex dipendente è particolarmente rilevante, poiché smentisce categoricamente le affermazioni di Elon Musk riguardo alle condizioni delle scimmie coinvolte negli esperimenti. L’ex dipendente ha dichiarato a Wired: “Non è vero che le scimmie usate erano terminali. Erano tutte piuttosto giovani. È difficile immaginare che queste scimmie, che non erano adulte, fossero terminali per qualche motivo“. Questa testimonianza mette in discussione la versione ufficiale dell’azienda e solleva dubbi sulla condotta etica degli esperimenti condotti da Neuralink.
Le implicazioni di queste nuove informazioni sono rilevanti sia dal punto di vista della sicurezza degli impianti Neuralink sia dal punto di vista etico, specie ora che ne è stata annunciata la sperimentazione umana.
Le opinioni controverse sul progetto di Elon Musk
In particolare, Neuralink ha dimostrato i progressi del suo microchip cerebrale su scimmie, suscitando polemiche a causa delle infezioni che alcuni animali sembrano aver contratto a seguito dell’impianto degli elettrodi nel loro cervello. Inoltre, è stato riportato che circa 1.500 animali, tra cui pecore, maiali e scimmie, sono morti a seguito dei test Neuralink dal 2018, suscitando preoccupazioni e dibattiti etici.
Tuttavia, Elon Musk rimane determinato a spingere avanti questa tecnologia rivoluzionaria. Attraverso Neuralink, sta cercando di offrire nuove speranze e possibilità a persone affette da disabilità fisiche, aprendo la strada a un futuro in cui il potere della mente umana potrebbe essere utilizzato per controllare dispositivi tecnologici in modi mai prima immaginati.
Il progetto di Elon Musk di cercare volontari per testare il suo microchip cerebrale è un passo audace verso l’innovazione tecnologica e l’espansione delle frontiere dell’interfaccia cervello-computer. Resta da vedere quali saranno gli sviluppi futuri di questa tecnologia e quali opportunità porterà alla società.