Spesso, quando arriviamo ad un appuntamento con la storia, non abbiamo modo di rendercene conto. Stavolta, invece, è stato diverso, dato che Papa Leone XIV ha rotto una tradizione rimasta immutata per cinque secoli, facendo in modo che venissero riscritte del dialogo inter-religioso portato avanti dal Vaticano e dal mondo del cattolicesimo nei confronti delle altre fedi cristiane.
- La preghiera nella Sistina: l’abbraccio tra Roma e Londra che mancava da cinque secoli
- Il re d’Inghilterra diventa “confratello” di San Paolo: un seggio per la storia
- Un nuovo capitolo per la fede e per l’Europa
La preghiera nella Sistina: l’abbraccio tra Roma e Londra che mancava da cinque secoli
Per cinque secoli, a partire dallo scisma di Enrico VIII, la Chiesa Cattolica di Roma e la Chiesa d’Inghilterra sono rimaste completamente separate, in una freddezza che sembrava del tutto incoliabile.
Nei giorni scorsi, però, nella Cappella Sistina, Papa Leone XIV e Re Carlo III d’Inghilterra hanno guidato una celebrazione ecumenica che non si vedeva praticamente da mezzo millennio. Circondati dagli affreschi di Michelangelo e dalle voci unite dei cori della Cappella Sistina, di Windsor e della Chapel Royal di St James’s, il pontefice e il sovrano britannico hanno pregato insieme per la cura del creato, tema caro a entrambi e filo conduttore dell’incontro.
L’atmosfera è stata solenne ma anche profondamente umana: Leone XIV, primo papa americano, e Carlo, da sempre sensibile alle questioni ambientali, hanno condiviso il messaggio comune di una “spiritual friendship” tra fede e impegno per la Terra. Con loro, l’arcivescovo di York Stephen Cottrell, rappresentante della Chiesa d’Inghilterra, ha recitato accanto al pontefice un passo della Laudato si’, a dieci anni dalla pubblicazione dell’enciclica di Papa Francesco che ha rivoluzionato il pensiero ecologico della Chiesa cattolica.
L’inno scelto per la cerimonia – una versione inglese dell’inno di Sant’Ambrogio tradotta da John Henry Newman, il cardinale convertito dal protestantesimo al cattolicesimo – ha rappresentato perfettamente lo spirito dell’evento: un ponte tra le due fedi, un dialogo che supera le divisioni della storia.
Il re d’Inghilterra diventa “confratello” di San Paolo: un seggio per la storia
Le novità storiche non si esauriscono però con la preghiera comune, dato che, nella basilica di San Paolo fuori le mura, re Carlo è stato ufficialmente proclamato Royal Confrater – “Confratello Reale” – dai monaci benedettini, con l’approvazione di papa Leone XIV. Una nomina simbolica ma di enorme valore storico e spirituale: mai (sempre dal cinquecento) un sovrano britannico aveva ricevuto un simile riconoscimento in un luogo sacro cattolico.
Durante la cerimonia, il sovrano ha preso posto su uno scranno realizzato appositamente per l’occasione, decorato con lo stemma reale e destinato a restare per sempre nell’abside della basilica, a testimoniare l’amicizia tra le due Chiese. Nelle parole del cardinale arciprete, si è trattato di “un tributo al suo impegno per l’unità spirituale dell’umanità e per la tutela del creato”.
Un nuovo capitolo per la fede e per l’Europa
Dopo la funzione, Leone XIV e re Carlo hanno avuto un colloquio riservato nella Sala Regia, nel corso del quale hanno affrontato temi globali come la sostenibilità, la giustizia ambientale e l’educazione dei giovani. Camilla, regina consorte, ha invece incontrato le suore impegnate in programmi di emancipazione femminile e contro la violenza nel mondo.
L’incontro tra il papa e il sovrano britannico è stato descritto dal Foreign Office come “una luce di speranza in un tempo di conflitti e incertezze globali”. Lo stesso Leone XIV, in un breve intervento finale, ha sottolineato come “pregare insieme significhi ricordare che la fede non divide, ma ricompone”.