Con l’arrivo di Papa Leone XIV, il Vaticano apre un nuovo capitolo, più solenne e forse più deciso, rispetto al tono di semplicità scelto dal suo predecessore. Tra i segnali più evidenti di questa svolta c’è l’introduzione di una nuova papamobile, diversa da qualsiasi altra vista finora. Non più un veicolo sobrio e aperto, ma un mezzo blindato e avveniristico, pensato per affrontare i rischi di un mondo sempre più instabile.
- La nuova papamobile super blindata
- Tecnologia militare al servizio della fede
- Dalla carrozza all'auto blindata: breve storia della papamobile
- Il dettaglio richiesto da Papa Leone XIV
- Un netto contrasto con l’era Bergoglio
La nuova papamobile super blindata
A progettare questo mezzo rivoluzionario è stata DARTZ, azienda lettone specializzata in SUV blindati di fascia altissima. Il veicolo nasce da un’idea autonoma del fondatore Leonard F. Yankelovich, ispirata al desiderio di unire sicurezza assoluta e simbolismo visivo. La base è una piattaforma Maybach GLS, trasformata in un colosso corazzato, elegante ma imponente, degno del titolo di “Leone” scelto dal Pontefice.
Tecnologia militare al servizio della fede
Tra le innovazioni mai viste in una papamobile ci sono un sistema anti-drone integrato e una cabina in vetro blindato con visibilità a 360 gradi. Questa struttura permette al Papa di essere visibile durante le apparizioni pubbliche, pur rimanendo protetto da minacce esterne. Il livello di sicurezza è paragonabile a quello dei veicoli presidenziali più sofisticati, ma adattato alle esigenze cerimoniali del Vaticano.
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Dalla carrozza all’auto blindata: breve storia della papamobile
La Papamobile, così come la conosciamo noi oggi, è un’“invenzione” relativamente recente nella lunga storia del papato. In origine, i Pontefici si spostavano su carrozze trainate da cavalli, spesso chiuse, chiamate sedia gestatoria. Questa venne progressivamente abbandonata nel corso del Novecento, con l’avvento delle automobili.
Ma fu Papa Giovanni Paolo II, negli anni Ottanta, a rendere celebre il termine “papamobile”, dopo l’attentato del 1981 in Piazza San Pietro. Da quel momento, il Vaticano adottò veicoli modificati con vetri antiproiettile, progettati per offrire visibilità pubblica ma anche protezione.
Negli anni successivi, le papamobili sono diventate simboli di epoche e stili papali: da quelle blindate Mercedes a tetto aperto, fino alle utilitarie scelte da Papa Francesco per comunicare umiltà. Ogni Pontefice, dunque, ha lasciato un’impronta anche attraverso il veicolo su cui viaggiava. Con Papa Leone XIV, la Papamobile torna ad essere un mezzo di rappresentanza potente, blindato e altamente simbolico.
Il dettaglio richiesto da Papa Leone XIV
Nonostante la costruzione della nuova papamobile sia partita su iniziativa di DARTZ, un elemento è stato esplicitamente voluto da Papa Leone XIV: una cupola apribile che consenta di benedire la folla in piedi, senza barriere visive. È un dettaglio simbolico che unisce il desiderio di protezione alla volontà di mantenere un rapporto diretto con il popolo, anche in situazioni di massima sicurezza.
Un netto contrasto con l’era Bergoglio
La nuova papamobile rappresenta anche un cambio di paradigma rispetto al papato di Francesco, che aveva rinunciato a ogni forma di ostentazione, optando per mezzi semplici e quasi spogli. Papa Leone XIV, invece, sembra voler comunicare un’idea di forza e autorevolezza, in un tempo segnato da tensioni globali. La sua Papamobile non è solo un veicolo: è una dichiarazione di intenti, tra fede, diplomazia e sicurezza.