Ci sono gesti che parlano più di mille parole. Uno di questi è avvenuto nei giorni scorsi, nel cuore del Vaticano, davanti agli occhi emozionati di chi era presente e agli sguardi commossi di chi ha seguito da lontano: Papa Leone XIV si è seduto in trono nella Sala Regia del Palazzo Apostolico. Una scena che non si vedeva da ben 12 anni e che ha suscitato un’ondata di entusiasmo tra i fedeli cattolici e, in particolare, tra i romani, da sempre profondamente legati ai simboli della Chiesa.
- Il papa torna a occupare il trono al Palazzo Apostolico
- Perché questa scena non si vedeva da dodici anni?
Il papa torna a occupare il trono al Palazzo Apostolico
Il Papa si è seduto proprio sotto uno dei dipinti più evocativi della tradizione ecclesiastica: l’opera del Vasari che ritrae Papa Gregorio XI nel momento del suo ritorno da Avignone a Roma. Un’immagine che non è solo arte ma è un racconto storico: quello del ritorno del Pontefice nel cuore della cristianità, nella città eterna, da secoli punto di riferimento per chi crede nella centralità spirituale e simbolica di Roma.
Ma cosa rende davvero speciale la scena di Papa Leone XIV seduto lì, in quella posizione tanto carica di significato? Non si tratta solo di una cerimonia e quel trono non è un semplice arredo: rappresenta il ruolo visibile del Papa come successore di Pietro e vescovo di Roma. E la Sala Regia non è una stanza qualunque: è il luogo dove, nei secoli, si sono tenute udienze solenni, dove si sono affacciate le grandi decisioni della Chiesa, ed è lì che si è costruita, simbolicamente, l’unità tra il potere spirituale e quello temporale.
Perché questa scena non si vedeva da dodici anni?
La risposta risale al 2016, quando fu deciso di trasferire alcune delle cerimonie papali più solenni, come i concistori e le udienze ufficiali, dalla Sala Regia alla Basilica di San Pietro. Di conseguenza, quel trono simbolico, incastonato sotto l’imponente affresco del Vasari, era rimasto inutilizzato, quasi dimenticato. Nessun Papa si era più seduto lì da allora. Negli anni del pontificato di Papa Francesco, ad esempio, le udienze solenni e i concistori sono stati celebrati prevalentemente nella Basilica di San Pietro, in un contesto più sobrio e orientato all’essenzialità liturgica. La scelta rifletteva lo stile pastorale del Pontefice, meno legato alle forme cerimoniali e più incline a un linguaggio diretto e moderno.
Il gesto di Papa Leone XIV ha quindi riportato in vita una tradizione interrotta, restituendo alla Sala Regia il suo significato liturgico, istituzionale e profondamente simbolico. Il nuovo Papa sembra voler riportare alla luce alcune usanze simboliche del passato: un segnale chiaro di attenzione alla tradizione. L’immagine di Papa Leone XIV, circondato dai dignitari della Famiglia pontificia, sia laici che ecclesiastici, richiama una tradizione che sembrava infatti dimenticata nell’epoca dell’essenzialità e della comunicazione rapida. Non è un ritorno al passato, ma una riappropriazione visibile della continuità. E molti cattolici hanno accolto con calore questo gesto.
Per i romani, poi, questo evento ha un significato ancora più forte. Vedere il Romano Pontefice “in trono” nella Sala Regia riaccende un legame profondo con la città, con la sua identità millenaria, e con quella dimensione spirituale che Roma incarna in un modo unico al mondo.