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Perché alcuni bambini si ammalano spesso? Cosa svela il dottore

I genitori non hanno nulla di che preoccuparsi se i bambini si ammalano di frequente durante questo inverno. Ecco il motivo.

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La vita di un genitore sa bene che ogni giorno può riservare sorprese, nel bene e nel male, ma in particolare l’inverno mette a dura prova la salute dei più piccoli. Dal raffreddore alla tonsillite, dal mal di gola all’influenza e alla febbre: per alcuni bambini trascorrere indenni la stagione fredda è praticamente impossibile. D’altra parte, ci sono bimbi che hanno una resistenza maggiore ai malanni mentre altri si ammalano spesso. Una situazione che non può che allarmare i genitori sia nel breve che sul lungo termine. Ma qual è la spiegazione dei pediatri? Vediamo che cosa dice il medico.

Intanto, ammalarsi – anche di frequente – in inverno è assolutamente normale, quindi mamma e papà possono stare sereni nella maggior parte dei casi. Raffreddore e influenza nelle fasce più giovani d’età sono all’ordine del giorno e sono, anzi, da preventivare come eventualità esattamente come per gli adulti. Ora, dopo la pandemia, molte famiglie temono che il Covid19 possa impattare negativamente sul sistema immunitario dei più piccoli esponendoli, quindi, a un maggior rischio di malattie stagionali.

A questo proposito, Alasdair Munro – ricercatore esperto in malattie infettive pediatriche – ha definito tale convinzione emersa online ‘bizzarra’. Non esiste alcuna correlazione scientifica, infatti, tra Covid19 e immunodeficienza nei bambini. Il motivo per il quale quest’anno i bambini tendono ad ammalarsi più di frequente è da ricondursi al fatto che, rispetto al periodo di emergenza pandemica, sono aumentate le occasioni di socialità. Da qui, dunque, la maggiore probabilità di ammalarsi.

Nella sua newsletter scientifica, Munro specifica che “per un lungo periodo durante la pandemia, molti di questi virus hanno smesso del tutto di circolare. Poiché poche persone li stavano prendendo, l’immunità è inferiore che in tempi normali. E sottolinea che i bambini sotto i cinque anni hanno, di fatto, trascorso la maggior parte della loro vita proprio nell’emergenza sanitaria. Per questo, “molte delle prime esposizioni, che altrimenti sarebbero potute accadere nell’arco di anni, ora stanno avvenendo in un lasso di tempo molto più breve”.

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