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Pressione alta, il pesce che devi evitare di mangiare

Un corretto regime alimentare aiuta a mantenere sano il cuore e controllare la pressione sanguigna.

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Il controllo della pressione sanguigna è fondamentale per garantire la salute del cuore e dell’intero sistema cardiocircolatorio. Per questo, in tutti i casi in cui i valori siano troppo alti o troppo bassi, il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico di base che valuterà la situazione ed eventualmente raccomanderà di ricorrere a uno specialista. Sono moltissime, del resto, le persone che convivono con l’ipertensione, la quale viene gestita quotidianamente in maniera molto semplice, spesso con una semplice pastiglia.

Oltre alle indicazioni terapeutiche prescritte, si può agevolare il benessere dell’organismo anche con una serie di accorgimenti alimentari. Tra questi, in particolare, occorre prestare attenzione ad alcuni tipi di pesce che è preferibile evitare di assumere. Se, infatti, da una parte il pesce è un elemento prezioso della dieta, ve ne sarebbero alcuni tipi che, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista specializzata ‘Hypertension’, avrebbero una correlazione con l’aumento della pressione sanguigna.

Lo studio mette in luce anche la relazione tra i frutti di mare e la pressione alta, dovuta – stando a quanto emerso – alle tracce di mercurio presenti nell’alimento. L’ingestione di metilmercurio determina un piccolo aumento della pressione sanguigna anche se i benefici apportati dagli acidi grassi Omega-3 restano comunque superiori. Altre ricerche sul metilmercurio, poi, hanno dimostrato come i regimi alimentari che prevedono l’apporto di Omega-3 da pesci grassi (sardine, aringhe, trote e salmone) siano connessi a rischi ridotti di morte per infarto, ictus e malattie cardiovascolari.

Ciò significa, dunque, che non bisogna eliminare completamente il pesce dalla propria dieta, ma si consiglia di consumarlo nelle quantità e modalità corrette. Per esempio, tra i pesci da evitare ci sono quelli a basso contenuto di Omega-3 e alto contenuto di mercurio (tali per cui, i benefici sono, quindi, inferiori ai potenziali danni). È il caso dei grandi pesci predatori tra i quali figurano il pesce spada, il marlin e lo squalo.

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