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Tonno e mercurio: cosa accade se lo mangi 2 volte a settimana

Attenzione alla contaminazione di alcune specie ittiche comuni, da evitare durante la gravidanza.

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Una sana e corretta alimentazione, come non mancano mai di spiegare medici ed esperti del settore, è imprescindibile per il benessere del nostro organismo. Non si tratta, infatti, solo di forma fisica o di una questione di pura estetica ma di vera e propria salute, che letteralmente passa anche da ciò che mangiamo ogni giorno. E alla base di un regime alimentare che garantisca al fisico tutti i nutrienti di cui ha bisogno non può che esserci la varietà a tavola, partendo ovviamente dalle immancabili frutta e verdura.

Tra gli alimenti più preziosi, poi, non si può non citare il pesce, adatto ai bambini tanto quanto agli adulti in tutte le stagioni dell’anno. “Molte varietà di pesce, incluso il tonno, sono una scelta alimentare sana e forniscono molti nutrienti benefici, tra cui acidi grassi omega-3, colina, ferro e proteine […] necessari per lo sviluppo del cervello e utili per la salute generale”, spiega su bestlifeonline.com la tossicologa del National Capital Poison Center, Kelly Johnson-Arbor.

Attenzione, però, a quello che il nostro pesce contiene davvero, dal momento che, purtroppo, il problema della contaminazione è sempre più grave. I dati, infatti, parlano di svariate specie ittiche di consumo comune – tonno in primis – che registrano quantità di metalli al di sopra dei valori ritenuti sicuri per legge. Vediamo di capire meglio di cosa si tratta e quali possono essere le conseguenze sulla nostra salute.

Il problema della contaminazione da mercurio nel Mar Mediterraneo

A essere sotto i riflettori, in particolare, è la presenza di metilmercurio forma organica del mercurio che va accumulandosi nei pesci e che può essere assorbito anche dall’uomo. Sono ormai molte, del resto, le ricerche che da anni evidenziano una situazione a cui vale la pena prestare attenzione senza però demonizzazioni. Proprio l’Italia, fra l’altro, risulta tra i Paesi più colpiti dal fenomeno a livello europeo. Il pescato del Mar Mediterraneo, infatti, ha livelli elevati del metallo, con valori non di rado più alti rispetto per esempio al pesce che arriva dall’Oceano Atlantico.

Come si legge in un contributo di Fondazione Veronesi, consumare una sola volta occasionalmente cibi contaminati anche oltre la soglia di sicurezza non arriva a causare un’intossicazione negli adulti sani (per quanto, certo, non sia il piatto migliore per l’organismo). Ma la questione cambia radicalmente quando si parla, come si diceva sopra, di vere e proprie abitudini alimentari. In tal caso possono subentrare problemi gastrointestinali e conseguenze anche ai tessuti nervosi, molto pericolose in caso di gravidanza in corso.

Cosa succede all’organismo se si mangia abitualmente pesce contaminato

Introdurre quantità importanti di mercurio attraverso l’alimentazione, in maniera continuativa  può diventare pericoloso. Prosegue la dottoressa Kelly Johnson-Arbor: “Il metilmercurio è una potente neurotossina che può causare danni al cervello in via di sviluppo nei feti, nei neonati e nei bambini”. Da qui, dunque, la raccomandazione alle donne in gravidanza e in fase di allattamento di evitare o ridurre il consumo di pesce potenzialmente contaminato. “Neonati e feti che sono esposti a elevate quantità di metilmercurio – avverte la tossicologa – possono sperimentare ritardi nello sviluppo, problemi di memoria e apprendimento o altri segni e sintomi di danni cerebrali. Eventi avversi possono verificarsi nei bambini nati da madri che sono state esposte al metilmercurio durante la gravidanza, anche quando le madri sono asintomatiche”.

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