Negli ultimi giorni, milioni di utenti sui social hanno iniziato a condividere un video che cita il 3 novembre 2025 come la presunta data della fine del mondo o, peggio ancora, dell’inizio della Terza Guerra Mondiale. Una previsione che ha fatto tremare più di qualcuno e che ha rapidamente alimentato ansia e panico collettivo. Ma cosa c’è di vero dietro questa profezia che sta infiammando TikTok e altre piattaforme?
- L’origine della “profezia”
- Dal ragionamento alla bufala
- L’intervento dei fact-checker
- Perché certe profezie fanno presa
- Una lezione per tutti: verificare prima di condividere
- Non c'è nessuna data della fine del mondo
L’origine della “profezia”
La data del 3 novembre è stata associata a una dichiarazione dell’ex generale Nato Richard Shirreff, che in passato ha ricoperto ruoli di vertice nel comando europeo dell’Alleanza. In realtà, Shirreff non ha mai previsto che in quel giorno inizierà un conflitto globale: la sua era un’analisi strategica ipotetica, pensata come esercizio mentale per spiegare quanto, secondo lui, l’Europa sia impreparata a fronteggiare una crisi militare.
Il problema è nato dalla diffusione virale del video: spezzoni estrapolati dal contesto e rilanciati da milioni di utenti hanno trasformato uno scenario teorico in una presunta profezia catastrofica.
Dal ragionamento alla bufala
Sui social le informazioni corrono veloci e raramente vengono verificate. Basta un titolo sensazionalistico, qualche secondo di video e l’effetto domino è immediato. La riflessione strategica di Shirreff è stata semplificata fino a diventare un annuncio apocalittico: il 3 novembre inizia la Terza Guerra Mondiale. In realtà, quella data era stata scelta solo come esempio. Un modo per rendere più concreto un ragionamento sulla debolezza delle difese europee, non una previsione da prendere alla lettera.
L’intervento dei fact-checker
Per arginare il panico, sono intervenuti fact-checker e debunker. Hanno analizzato a fondo il discorso dell’ex generale, dimostrando che non c’è alcuna previsione reale legata al 3 novembre. Nessuno ha mai detto che in quella data scoppierà una guerra mondiale. Eppure, il video continua a circolare, rimbalzando tra pagine complottiste, forum e profili social che vivono di contenuti virali.
Perché certe profezie fanno presa
La paura del futuro e l’incertezza geopolitica sono terreno fertile per profezie e fake news. Oggi più che mai, con la guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente e lo scontro latente su Taiwan, basta poco per alimentare la psicosi collettiva. Papa Francesco, non a caso, aveva parlato più volte di una “terza guerra mondiale a pezzi”, a indicare un conflitto diffuso e frammentato già in atto. In questo contesto, non sorprende che una data così precisa come il 3 novembre si trasformi in un punto di riferimento per chi teme il peggio.
Una lezione per tutti: verificare prima di condividere
Questa vicenda è un esempio perfetto di come funziona la disinformazione online. Una riflessione complessa ridotta a slogan, decontestualizzata e trasformata in profezia apocalittica. Chi legge o guarda si ferma spesso al titolo, senza approfondire né verificare le fonti. Il risultato? Una bufala diventa virale, generando panico e click. La lezione da portare a casa è chiara: non fermarsi al titolo, verificare sempre le fonti, e ascoltare anche chi fa fact-checking.
Non c’è nessuna data della fine del mondo
Il 3 novembre non segnerà l’inizio della Terza Guerra Mondiale, né la fine della civiltà. Si tratta di una data scelta casualmente per costruire un esempio, diventata virale grazie al meccanismo distorsivo dei social. Certo, lo scenario geopolitico attuale resta delicato e le tensioni internazionali non mancano, ma parlare di “fine del mondo” è solo una semplificazione pericolosa. E più che temere il 3 novembre, dovremmo preoccuparci di imparare a leggere con spirito critico ciò che circola online.