Quaresima, perchè il Venerdì non si mangia carne, ma si può mangiare pesce?

Cosa c'è dietro alla tradizione cristiana di non mangiare carne nei venerdì di Quaresima? Parte tutto dall'Antico Testamento

15 Febbraio 2024
Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Il Martedì Grasso chiude le celebrazioni per il Carnevale, ed apre, almeno secondo la liturgia cattolica, alla Quaresima, periodo che va dal Mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo e che accompagna i credenti dal Carnevale alla Pasqua: secondo i dettami della Chiesa, durante i venerdì in Quaresima non si deve mangiare la carne, ma invece si può consumare il pesce. E’ dunque, una versione più soft del digiuno, che prevederebbe o l’astensione totale o un solo pasto al giorno, comunque molto leggero.

Il periodo della Quaresima è una tradizione celebrata non solo dalla Chiesa cattolica, ma anche da altre confessioni cristiane. Questo periodo di 40 giorni, simbolico dei giorni che Gesù trascorse nel deserto in meditazione e astinenza dalle tentazioni, prepara i credenti alla Pasqua. Durante la Quaresima, si osservano regole specifiche riguardanti il cibo, con particolare attenzione all’astinenza dalle carni.

L’astinenza dalle carni è un precetto della Chiesa cattolica che impone di non consumare carne nei “giorni di magro”, come il venerdì e altri giorni specificati. Durante l’astinenza, è consentito consumare pesce, rendendo il venerdì un giorno tradizionalmente dedicato al consumo di questo alimento.

L’astinenza è obbligatoria per i credenti a partire dai 14 anni, mentre il digiuno è richiesto a partire dai 18 e fino ai 60 anni. Tuttavia, ci sono eccezioni e dispensazioni per motivi di salute o altri motivi. Le regole riguardo ai cibi proibiti possono variare, ma in generale si richiede l’astinenza da cibi costosi o elaborati.

La preferenza per il pesce durante la Quaresima ha radici antiche e diverse spiegazioni, tra cui motivazioni religiose e pratiche. Il pesce, considerato un alimento più accessibile e meno costoso rispetto alla carne, è ammesso durante l’astinenza. Mentre le regole principali includono l’astinenza dalle carni nei giorni specificati, l’uso moderato di latticini e uova è ammesso. Verdure, cereali e legumi sono sempre consentiti, mentre il pesce è accettato solo se poco elaborato.

Le eccezioni a queste regole possono variare a seconda delle tradizioni locali e delle interpretazioni religiose, con alcune comunità che permettono l’uso di carni particolari o addirittura di animali considerati “carne di pesce” per motivi culturali o storici.

Da dove proviene la tradizione di non mangiare carne nei venerdì di Quaresima? Va chiarito innanzitutto che secondo la Chiesa tutti i venerdì dell’anno non si dovrebbe mangiare carne, ma l’infrazione a questa regola durante la Quaresima viene considerata peccato grave. Secondo l’Antico Testamento, astenersi dalla carne è un modo simbolico per “rinunciare” a qualcosa che piace e soddisfa e dimostrare la capacità dell’uomo di tenere a bada i propri istinti in nome della spiritualità.

Questo rimanda ad un tempo in cui la carne veniva considerato un piatto “grasso” rispetto al pesce, tradizionalmente più povero: nel Medio Evo si pensava anche che la carne stimolasse maggiormente la libido dell’uomo e lo portasse così a comportamenti istintivi, aggressivi e violenti. Eliminare le pulsioni del corpo aiuta l’anima, nella concezione cristiana, ad elevarsi verso Dio: questo in particolar modo durante la Quaresima, quando dopo gli “eccessi” del Carnevale è necessario purificarsi in vista della rinascita di Pasqua.

Anche le celebrazioni, in questi 40 giorni, sono più discrete: gli altari non si dovrebbero decorare, i matrimoni non dovrebbero essere celebrati, i canti del Gloria e dell’Alleluja vengono sospesi.

 

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