Il periodo della Quaresima è una tradizione celebrata non solo dalla Chiesa cattolica, ma anche da altre confessioni cristiane. Questo periodo di 40 giorni, simbolico dei giorni che Gesù trascorse nel deserto in meditazione e astinenza dalle tentazioni, prepara i credenti alla Pasqua. Durante la Quaresima, si osservano regole specifiche riguardanti il cibo, con particolare attenzione all’astinenza dalle carni.
L’astinenza dalle carni è un precetto della Chiesa cattolica che impone di non consumare carne nei “giorni di magro”, come il venerdì e altri giorni specificati. Durante l’astinenza, è consentito consumare pesce, rendendo il venerdì un giorno tradizionalmente dedicato al consumo di questo alimento.
L’astinenza è obbligatoria per i credenti a partire dai 14 anni, mentre il digiuno è richiesto a partire dai 18 e fino ai 60 anni. Tuttavia, ci sono eccezioni e dispensazioni per motivi di salute o altri motivi. Le regole riguardo ai cibi proibiti possono variare, ma in generale si richiede l’astinenza da cibi costosi o elaborati.
La preferenza per il pesce durante la Quaresima ha radici antiche e diverse spiegazioni, tra cui motivazioni religiose e pratiche. Il pesce, considerato un alimento più accessibile e meno costoso rispetto alla carne, è ammesso durante l’astinenza. Mentre le regole principali includono l’astinenza dalle carni nei giorni specificati, l’uso moderato di latticini e uova è ammesso. Verdure, cereali e legumi sono sempre consentiti, mentre il pesce è accettato solo se poco elaborato.
Le eccezioni a queste regole possono variare a seconda delle tradizioni locali e delle interpretazioni religiose, con alcune comunità che permettono l’uso di carni particolari o addirittura di animali considerati “carne di pesce” per motivi culturali o storici.
Da dove proviene la tradizione di non mangiare carne nei venerdì di Quaresima? Va chiarito innanzitutto che secondo la Chiesa tutti i venerdì dell’anno non si dovrebbe mangiare carne, ma l’infrazione a questa regola durante la Quaresima viene considerata peccato grave. Secondo l’Antico Testamento, astenersi dalla carne è un modo simbolico per “rinunciare” a qualcosa che piace e soddisfa e dimostrare la capacità dell’uomo di tenere a bada i propri istinti in nome della spiritualità.
Questo rimanda ad un tempo in cui la carne veniva considerato un piatto “grasso” rispetto al pesce, tradizionalmente più povero: nel Medio Evo si pensava anche che la carne stimolasse maggiormente la libido dell’uomo e lo portasse così a comportamenti istintivi, aggressivi e violenti. Eliminare le pulsioni del corpo aiuta l’anima, nella concezione cristiana, ad elevarsi verso Dio: questo in particolar modo durante la Quaresima, quando dopo gli “eccessi” del Carnevale è necessario purificarsi in vista della rinascita di Pasqua.
Anche le celebrazioni, in questi 40 giorni, sono più discrete: gli altari non si dovrebbero decorare, i matrimoni non dovrebbero essere celebrati, i canti del Gloria e dell’Alleluja vengono sospesi.