La vera storia del Carnevale: quando e dove è nato

Qual è la vera storia del Carnevale? Ecco il meraviglioso racconto della nascita di questa festa tutta italiana. Scoprilo insieme a noi.

31 Maggio 2023
Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista, Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione

Dottore di ricerca con una tesi sulla digitalizzazione della cartografia storica. Da anni opera nel campo della ricerca, sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Scrive da sempre: collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Il Carnevale è una festa che, sebbene sia strettamente legata al mondo cattolico e cristiano, ha origini molto più antiche risalenti all’epoca in cui la religione dominante era quella pagana. Le sue radici possono essere rintracciate nei Saturnali dell’antica Roma o nelle festività dionisiache del periodo classico greco. Anzi, a dirla tutta, le origini sono ancor più lontane e proverrebbero direttamente dall’antico Egitto.

Durante queste celebrazioni, era permesso abbandonarsi al divertimento, liberandosi da obblighi e responsabilità, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre, il travestimento consentiva di rendere irriconoscibili le differenze sociali tra ricchi e poveri, creando un’atmosfera di uguaglianza temporanea. Una volta terminati i festeggiamenti, la società ritornava sotto il rigore e l’ordine consueti.

Ma quando è stato festeggiato il primo carnevale della storia? E dove è accaduto? Andiamo a scoprire insieme questa meravigliosa storia.

Quando e dove è nato il Carnevale

Il termine “Carnevale” venne utilizzato per la prima volta, in riferimento a eventi di pubblico divertimento, in un documento del 1094 del Doge Vitale Falier a Venezia. Tuttavia, il Carnevale ufficialmente inizia a Venezia solo nel 1296, quando un editto del Senato della Repubblica Serenissima dichiara festivo il giorno precedente l’inizio della Quaresima.

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Questo atto segna l’inizio di una tradizione carnevalesca che si svilupperà nel corso dei secoli e renderà Venezia una delle città più famose al mondo per le sue sfavillanti celebrazioni.

Una storia tutta italiana quindi? Sì e no. Nonostante l’importanza di Venezia nel ricostruire la storia del Carnevale, non possiamo dire che sia la sua culla originale. Infatti, il Carnevale veneziano è a sua volta una rielaborazione delle festività greche e romane menzionate in precedenza, arricchite di ulteriori elementi di gioia, eccesso e mascheramento.

Sebbene non sia possibile identificare un luogo o una data precisa per la nascita del Carnevale, possiamo dire che è un fenomeno che si è sviluppato in diverse parti del mondo, assumendo caratteristiche uniche in ogni luogo… Dalla Venezia barocca alle vivaci sfilate di Rio de Janeiro, dal carnevale di Trinidad e Tobago alla festa dei fiori di Nizza, si è adattato e si è evoluto nel corso dei secoli

Qual è il significato del Carnevale

La parola “carnevale“, in realtà, deriva dal latino carnem levare, che significa “eliminare la carne”. Questo termine, pertanto, indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno del tempo di carnevale, che si chiama martedì grasso per un motivo. Questa festa, quindi precedeva il periodo di astinenza e digiuno imposto dalla Quaresima, durante il quale era vietato consumare carne.

Il Carnevale diventava così l’occasione per godere di un ultimo momento di abbondanza culinaria prima di iniziare il periodo di penitenza. L’etimologia stessa del termine ci ricorda l’importanza simbolica di questa festa e la sua connessione con la tradizione religiosa.

Come mai ci si maschera a Carnevale?

L’usanza di mascherarsi durante il Carnevale ha origini antiche. Gli antichi greci durante i riti dionisiaci e i romani durante i Saturnali avevano l’abitudine di indossare maschere per nascondere la propria identità. Durante queste festività, le gerarchie sociali venivano sovvertite, consentendo a tutti di trasgredire le regole e di vivere momenti di libertà assoluta. Indossare una maschera permetteva di mantenere l’anonimato e di esprimersi senza timori, liberando l’individuo da qualsiasi costrizione sociale.

Con il passare degli anni, l’usanza di mascherarsi a Carnevale non è stata abbandonata. Anzi, ogni città ha sviluppato le proprie maschere tipiche. Basti pensare al milanese Arlecchino, al napoletano Pulcinella e al romanaccio Rugantino. Complici i costumi originali e fantasiosi, questa tradizione ha mantenuto il suo fascino e la sua importanza nella celebrazione.

Durante il Carnevale, molte persone trovano il coraggio di fare ciò che nel resto dell’anno non si permetterebbero mai. Le maschere diventano un simbolo di liberazione, permettendo agli individui di esprimere la propria creatività, di abbandonarsi ai desideri più nascosti e di trasformarsi in personaggi diversi da quelli che sono nella vita quotidiana.

Indossare una maschera a Carnevale è quindi un’esperienza che va oltre l’aspetto ludico e festoso. È un modo per rompere le convenzioni e superare le barriere sociali, permettendo a ognuno di esprimere la propria personalità in modo libero e disinibito. Di sicuro, il Carnevale diventa un momento speciale in cui il gioco, la fantasia e la sperimentazione prendono il sopravvento, creando un’atmosfera unica di divertimento e liberazione.

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